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Meno controlli con il decreto dignità

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Il Consiglio dei Ministri, riunitosi lo scorso 2 luglio, ha approvato un decreto legge c.d. "decreto-dignità" il quale ha introdotto misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese. Di seguito approfondiremo tutto quello che riguarda le novità in materia di semplificazioni fiscali. Restano fuori dallo stesso i temi più caldi, quali la maxi rottamazione e la definizione delle liti pendenti.

Gli aspetti relativi alla semplificazione fiscale riguardano sostanzialmente tre argomenti di seguito elencati

1.Redditometro

2.Spesometro

3.Split payment. 

REDDITOMETRO

L'articolo 9 del decreto dignità recita:

All'art. 38 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma quinto, dopo la parola "biennale" sono inserite le seguenti parole: ", sentiti l'ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori per gli aspetti riguardanti la metodica di ricostruzione induttiva del reddito complessivo in base alla capacità di spesa ed alla propensione al risparmio dei contribuenti.". 2. È abrogato il decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze del 16 settembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 settembre 2015, n. 223, con effetto dall'anno di imposta in corso al 31 dicembre 2016. 3. Il presente articolo non si applica agli inviti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell'accertamento e agli altri atti previsti dall'art. 38, comma settimo, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 per gli anni di imposta fino al 31 dicembre 2015. In ogni caso non si applica agli atti già notificati e non si fa luogo al rimborso delle somme già pagate.

Il Governo con l'emanazione di questo decreto ha voluto tutelare ogni singolo cittadino dai fastidiosi accertamenti con ricostruzione del reddito in modo induttivo con parametri stabiliti esclusivamente dal MEF.

Il Ministero dell'Economia e Finanza, da ora in poi, può emanare il decreto che individua gli elementi indicativi di capacità contributiva dopo aver sentito l'ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori per gli aspetti riguardanti la metodica di ricostruzione induttiva del reddito complessivo in base alla capacità di spesa ed alla propensione al risparmio dei contribuenti.

Tutto questo per gli anni d'imposta successivi al 2015, ciò significa che il Fisco potrà eseguire accertamenti basati sui vecchi indici fino al 2020.

In conclusione il redditometro rimane, ma viene rimosso il decreto attuativo che conteneva l'imputazione induttiva del reddito. 

SPESOMETRO

Riguardante lo spesometro si ci aspettava molto di più, infatti lo stesso non è stato abolito ma semplicemente posticipato, posticipi ai quali gli addetti ai lavori ormai sono abituati ma tuttavia questa volta il posticipo è arrivato con un netto anticipo.

Il Consiglio dei Ministri ha provveduto infatti esclusivamente a posticipare le scadenze. Lo spesometro relativo al terzo trimestre del 2018 può essere trasmesso telematicamente all'Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio 2019.

Per coloro che, invece, optano per l'invio a cadenza semestrale, i termini sono fissati rispettivamente al 30 settembre del medesimo anno per il primo semestre e al 28 febbraio dell'anno successivo per il secondo semestre.

Si ricorda che non c'è alcuna comunicazione da fare per scegliere l'opzione trimestrale o semestrale di invio dello spesometro, ma vige il comportamento concludente del Contribuente.

SPLIT PAYMENT

L'articolo 11 del decreto in oggetto ha previsto per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o di acconto l'abolizione del meccanismo della scissione dei pagamenti ("split payment" – articolo 17-ter, Dpr 633/1972). 

 

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