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I poveri chiamano e i giovani rispondono

rizzo

 Negli ultimi mesi, abbiano assistito ad una serie di manifestazioni internazionali nelle quali i giovani, soprattutto, si sono distinti.

Lo scorso mese, Carlo Petrini storico presidente internazionale di Slow Food, in un'intervista concessa a Russo Spena su Micromega, commenta l'iniziativa della giovanissima svedese Greta Thunberg, che ha dato il via al "Fridays For Future". Petrini ha sostenuto: "Non stiamo parlando di un nuovo movimento ecologista o ambientalista: questa è la politica del futuro rispetto al genere umano. Suona strano constatare come il mondo progressista non intercetti il grido di questi giovani".Il movimento, nato spontaneamente, ha già organizzato migliaia di manifestazioni in tutto il mondo per la difesa del Territorio nei vari aspetti ad esso legato: difesa del clima, dell'aria, delle acque contro le monocolture che provocano dissesti idrogeologici e affamano miliardi di essere umani nei vari Continenti.

In questo caso è stata una giovane sedicenne, Greta Thumberg, a denunciare tutte le malefatte degli uomini, dei politici, delle multinazionali. E il vecchio Carlo Petrini condivide e risponde.

L'iniziativa di Greta ha avuto successo planetario. Ogni venerdì i giovani studenti si astengono dalle lezioni e protestano pacificamente affinchè la politica si faccia carico del disastro prossimo venturo con dignità e senza ulteriori rimandi.

In Francia i "Gilet gialli", al netto dell'ala terroristica, hanno innescato una battaglia contro l'aumento del prezzo della benzina, che ha provocato un'incessante predita del potere d'acquisto di larghe fasce della popolazione francese che non riescono più ad arrivare alla fine del mese.

E non è solo un caso francese.

Tutt'altro!

Ma europeo e americano.

In Europa, così come negli Stati Uniti, si contano oltre 90 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà.

Fino a quando la povertà investiva i Paesi del Terzo Mondo, o quelli cosiddetti "emergenti" sembrava fosse un problema, meglio dire forse, una piaga, che non ci appartenesse. Anche perché le notizie erano frammentarie portate in Occidente dai volontari. Mentre gli organi di informazione, non parlando, favorivano un'indegna rimozione.

Finalmente i poveri si fanno sentire

Se riflettessimo un attimo sulle cause che hanno provocato l'impoverimento di milioni e milioni di persone, di certo, al primo posto non potremmo non mettere le politiche economiche sbagliate negli ultimi decenni.

Quante volte, in Italia, soprattutto, ma non solo, abbiamo sentito l'accoppiata "Meno Stato, più mercato"?

Il liberismo economico, cavallo di battaglia del presidente americano Ronald Regan e della signora Margaret Thatcher ex Primo ministro del Regno Unito, tra gli Anni Settanta/Ottanta del secolo scorso ha aperto le porte alla globalizzazione incidendo negativamente sia sui rediti sia sull'occupazione con l'entrata nella fabbriche delle nuove tecnologie.

I redditi più bassi hanno fatalmente frenato i consumi e, finora, non si è riusciti a trovare politiche che permettessero di affrontare il problema. 

In Italia, l'Istat, proprio nei giorni scorsi, ha sentenziato che il reddito delle famiglie è ancora in calo. Mentre il debito pubblico è al 132,1% del Pil.

Tutti gli organismi internazionali invitano il governo a riforme tali che permettano da una parte di intervenire sul debito pubblico e dall'altra ad investire per creare nuovi posti di lavoro.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in una intervista rilasciata a Roberto mania su "La Repubblica", ha sostenuto che "Serve una patrimoniale per lanciare un piano di grandi investimenti".

Le reazioni non sono mancate. In Italia parlare di "patrimoniale" è come parlare di "acqua santa in casa del diavolo".

E dire che esistono studi che, e non da oggi, hanno messo in evidenza l'impoverimento che progressivamente investiva le classi sociali.

Nel 2016 usciva dall'editore Carocci, uno studio di ActionAid International Italia onlus, dal titolo eloquente: "L'Italia e la lotta alla povertà nel mondo. Un'agenda a 360°".

Un libro che metteva in evidenza il malfunzionamento della nostra economia visto che nel paese la povertà aumentava anziché diminuire.

Una buona notizia, invece, in maniera inaspettata, arriva dalla Svizzera essendo riuscita la raccolta delle firme, 134.000, organizzata dalla Gioventù socialista, affinchè il popolo sia chiamato a decidere ad aumentare le imposte per i ricchi. Ma quanti sono i ricchi in Svizzera? Il 99% della popolazione! Infatti l'iniziativa tende "…a sgravare i salari e tassare equamente il capitale".

Sarebbe un bell'esempio, per tutti i Paesi del mondo se questo referendum desse i risultati sperati. 

 

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