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Fonte: https://www.giustizia-amministrativa.it/
Con sentenza n.2776/2025 del 2 aprile 2025 il Consiglio di Stato ha affermato che i servizi legali, sebbene siano sottratti alla procedura di evidenza pubblica per la scelta del contraente, sono da considerare alla stregua di appalti pubblici, con la conseguenza che anche i contratti di "servizi legali" sono soggetti alla comunicazione CIG, alla vigilanza ANAC e al pagamento del relativo contributo.
I fatti del procedimento
Il Consiglio Nazionale Forense ha impugnato le deliberazioni con cui ANAC (deliberazioni n. 907 del 2018 e n. 584 del 19 dicembre 2023) ha stabilito che per i servizi legali offerti da avvocati del libero foro in favore di pubbliche amministrazioni occorre
a) la comunicazione del CIG (Codice Identificativo Gara);
b) il versamento del contributo ANAC.
Il TAR Lazio ha rigettato il ricorso ritenendo che tali oneri continuano a persistere in base alla disciplina di cui al D. Lgs. n. 36 del 2023 (Codice dei contratti pubblici) anche per i "contratti esclusi", tra cui i servizi legali.
La sentenza di primo grado è stata appellata dal Consiglio Nazionale Forense a parere del quale, poiché i "patrocini legali" sono contratti di prestazione d'opera professionale, essi sarebbero del tutto "estranei" alla disciplina del codice dei contratti pubblici, con la conseguenza che
La decisione del Consiglio di Stato
Richiamando la disciplina dei contratti pubblici, il Consiglio di Stato ha rilevato che
Pertanto, dalla su richiamata normativa il Collegio ha desunto che:
1) essendo i contratti di "servizi legali" "appalti pubblici" i cui movimenti finanziari devono formare oggetto di monitoraggio, anch'essi sono soggetti alla comunicazione CIG;
2) sussiste di una solida base normativa affinché ANAC eserciti il potere di vigilanza sui contratti di servizi legali nonché pretenda il versamento del contributo anche in relazione ai contratti di appalto di servizi legali.
Per questi motivi, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, ha ritenuto infondato l'appello del Consiglio Nazionale Forense e l'ha rigettato.
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Il mio nome è Anna Sblendorio. Sono una persona curiosa e creativa e mi piace il contatto con la gente. Amo dipingere, ascoltare musica, andare a teatro, viaggiare e passare del tempo con la mia famiglia ed i miei amici. Nel 2008 mi sono laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" e successivamente ho conseguito l'abilitazione per l'esercizio della professione da avvocato. Nel corso degli anni ho collaborato con diversi centri di formazione occupandomi di tutoraggio in materie giuridiche e nel 2022 ho iniziato a collaborare con la testata giuridica online www.retidigiustizia.it.