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Fonte: https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/10084453
Con Provvedimento n. 666 del 13 novembre 2024 (doc. web n. 10084453) il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato un'Azienda sanitaria per aver pubblicato, in assenza di un idoneo presupposto normativo, sul proprio sito web istituzionale l'elenco dei professionisti esclusi dall'albo aziendale degli avvocati esterni contenente anche i motivi di esclusione degli stessi.
Analizziamo la vicenda che ha dato luogo alla pronuncia del Garante.
I fatti del procedimento
Un'Azienda sanitaria ha pubblicato sul proprio albo pretorio online la Delibera del Direttore Generale di approvazione dell'albo aziendale degli avvocati esterni con in allegato, sia l'elenco dei professionisti inseriti nell'albo, sia l'elenco dei professionisti esclusi, con l'indicazione accanto a ogni nominativo delle ragioni dell'esclusione.
Uno degli avvocati, esclusi dalla procedura in quanto iscritto all'Albo degli Avvocati da meno di tre anni, ha esercitato il diritto di cancellazione dei propri dati personali ai sensi dell'art.17, par.1 Regolamento 2016/679/Ue (GDPR), "deducendo l'illiceità del trattamento effettuato dall'Azienda mediante la pubblicazione dei nominativi degli avvocati esclusi dalla procedura". Successivamente, non avendo avuto riscontro dall'Azienda sanitaria alla richiesta di cancellazione, l'avvocato ha presentato al Garante un reclamo ai sensi dell'art. 77 GDPR.
L'istruttoria del Garante
Nel corso dell'istruttoria il Garante ha accertato che l'Azienda sanitaria ha posto in essere due condotte illecite, ossia:
1) la violazione dell'art.17 GDPR, non avendo fornito alcun riscontro alla richiesta di esercizio del diritto di cancellazione dei propri dati personali formulato dal reclamante e non provvedendo alla rimozione del predetto elenco dal proprio sito.
Al riguardo il Garante ha rammentato che secondo la normativa GDPR il titolare del trattamento è tenuto ad agevolare l'esercizio dei diritti da parte dell'interessato nonché, in ogni caso, a fornire esplicito riscontro alla richiesta formulata dall'interessato, a prescindere dalla fondatezza o meno della stessa, senza ingiustificato ritardo e, comunque, al più tardi entro un mese dal suo ricevimento, nel contesto di un rapporto diretto tra l'interessato e il titolare del trattamento (termine che può essere prorogato dal titolare di due mesi, se necessario, tenuto conto della complessità e del numero delle richieste e informando l'interessato della proroga e dei motivi del ritardo ex art. 12, parr. 2 e 3 GDPR);
2) l'illecita diffusione dei dati personali, per aver pubblicato sul proprio sito web istituzionale la Delibera n. di approvazione dell'Albo Aziendale degli Avvocati Esterni comprensivo degli allegati contenenti rispettivamente l'elenco dei professionisti inseriti nell'Albo degli Avvocati esterni e l'elenco dei venti professionisti esclusi dall'Albo, tra cui il nominativo del reclamante e il motivo di esclusione degli stessi (ad es. non essere iscritto all'Albo degli Avvocati, non aver presentato il curriculum vitae, non aver presentato la domanda nei termini).
A parere del Garante, la pubblicazione della suddetta delibera costituisce un illecito trattamento dei dati personali in quanto non è sorretta da una base giuridica idonea a giustificare la diffusione dei dati personali del reclamante, non essendo presente nel nostro ordinamento alcuna specifica norma di legge che obblighi a pubblicare anche l'elenco dei professionisti esclusi dall'albo e le relative motivazioni di esclusione.
A questo proposito, contrariamente a quanto sostenuto dall'Azienda sanitaria, il Garante ha ritenuto che non possa costituire idoneo presupposto per diffondere l'elenco degli esclusi,
Il provvedimento del Garante
Alla luce di queste considerazioni il Garante ha ritenuto la sussistenza dell'illiceità del trattamento dei dati personali effettuato dall'Azienda Sanitaria in violazione degli artt. 5 e 6 GDPR e 2-ter del Codice e in violazione dell'art.17 GDPR e, tenuto conto delle circostanze, aggravanti e attenuanti, ha applicato la sanzione prevista dall'art. 83, par. 5, del Regolamento, per un importo pari a a euro 8.000.000.
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Il mio nome è Anna Sblendorio. Sono una persona curiosa e creativa e mi piace il contatto con la gente. Amo dipingere, ascoltare musica, andare a teatro, viaggiare e passare del tempo con la mia famiglia ed i miei amici. Nel 2008 mi sono laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" e successivamente ho conseguito l'abilitazione per l'esercizio della professione da avvocato. Nel corso degli anni ho collaborato con diversi centri di formazione occupandomi di tutoraggio in materie giuridiche e nel 2022 ho iniziato a collaborare con la testata giuridica online www.retidigiustizia.it.