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Avvocati e risarcimenti del danno: quali gli errori più comuni?

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 La compagnia assicurativa Aig Europe, ha di recente sviluppato una casistica di quelli che sono i motivi per cui gli avvocati chiedono principalmente il rimborso alla compagnia assicurativa per i risarcimenti che sono riconosciuti ai propri clienti o richiesti dal tribunale.

Quali i risultati di questa casistica dei maggiori sinistri?

A quanto pare l'errore più frequente commesso dal 16% dei legali riguarda la mancata o tardiva riassunzione del processo o l'impugnazione di atti e quindi trattasi di scadenze dimenticate o impedimenti di questo genere, errore molto grave.

Il secondo errore più frequente, che assorbe il 13% dei sinistri per responsabilità professionale dell'avvocato, è quello relativo alla strategia, ossia un'errata impostazione della causa, situazione che in realtà può comprendere diverse situazioni e cioè il mancato ricorso o un'evidente erronea gestione della trattativa con la controparte, o il ricorso a tribunali non competenti per materia o territorio, sebbene quest'ultima situazione è esplicitamente indicata come ragione di risarcimento nel 2% dei casi.

 Il terzo motivo di lamentela da parte dei clienti, che rappresenta il 12% dei sinistri riguarda l'erronea impostazione dell'atto introduttivo da parte dell'avvocato che non utilizza nel modo corretto i dati raccolti o li riporta in modo errato.

Al quarto posto si pone l'erroneo o mancato deposito degli atti, che viene indicata nel 11% delle denunce di sinistri, ma che costituisce una motivazione piuttosto simile a quelle citate al primo e al terzo posto, derivando da una dimenticanza del professionista, o da una predisposizione non precisa o sbagliata della documentazione.

Le altre circa 25 motivazioni di risarcimento del cliente rappresentano, ciascuna, una quota modesta della casistica dei sinistri, ma non per questo sono meno interessanti.

 Ad esempio l'omessa o tardiva iscrizione a ruolo della causa che rappresenta il 6% dei casi, che significa non aver attivato la procedura giudiziaria;

la mancata informativa rilasciata la cliente su come procede la causa o sulla possibilità di trattative, sempre il 6%;

la mancata interruzione dei termini prescrizionali che rappresenta il 4% dei casi;

l'errata valutazione della legittimazione attiva e passiva che riguarda il 3% dei casi ed infatti il legale dovrebbe esaminare con attenzione le situazioni illustrate dai clienti per comprendere se sussistono effettivamente i presupposti per l'avvio di un'azione legale;

infine, lo svolgimento infedele del mandato, nel 3% dei casi, quando l'avvocato non tutela gli interessi del proprio cliente, tale fattispecie può essere anche causa di sanzioni emesse dagli ordini professionali.

 

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