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Sarà l'anno del Dragone? La riforma fiscale attende da troppi anni.

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Il Presidente del Consiglio incaricato Professor Mario Draghi lascia intravedere, durante le consultazioni di Montecitorio, la direzione che intende intraprendere sulla riforma del sistema fiscale in Italia sinora sempre rinviata: progressività, rimodulazione delle aliquote senza aumentare le tasse, lotta all'evasione e nessun condono. Ovviamente discutiamo di rumors, impressioni, pochi flash che i politici presenti agli incontri hanno, a caldo, interpretato.

Ma molto altro, delle idee di Draghi in tema fiscale, si può ricavare ripartendo dai suoi interventi in veste di governatore della Banca d'Italia sino all'ormai famoso discorso al meeting di Rimini, quando aveva già dismesso l'incarico di presidente della Banca Centrale Europea.

L'alto livello di evasione fiscale è sempre stato un tema su cui l'ex Governatore ha battuto con forza ricordando quanto costa al Paese, le ricadute negative che ha sull'attività delle imprese, sulla concorrenza e sui tanti lavoratori e imprenditori che pagano le tasse regolarmente. L'allora Governatore aggiunse che 'combattere l'evasione' deve essere - una leva di sviluppo - utilizzando il gettito recuperato per la riduzione delle aliquote in modo che il nesso tra le due azioni sia visibile ai contribuenti e da questi condiviso. Dopo aver tracciato il Draghi pensiero dunque, difficile che nel capitolo riforma fiscale del programma del nuovo governo non ci sia un sensibile accento sulla lotta all'evasione come strumento di riequilibrio del sistema.

Resta da vedere pure se, l'ormai annunciata riforma fiscale, si limiterà ad un intervento circoscritto, come quello già messo in cantiere dal ministro dell'economia uscente Roberto Gualtieri su Irpef e assegno unico per i figli, o se avrà una portata più ampia, come auspicato dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco lo scorso giugno.

La discussione sulla riforma dell'Irpef potrebbe avere più facilmente luogo nell'ambito di una riforma complessiva del fisco, non foss'altro perché alcuni spostamenti di gettito potrebbero essere utili tra imposizioni di natura diversa, secondo il quale sarebbe possibile ad esempio uno spostamento della imposizione sul reddito verso quella sul reddito ereditato o donato oppure verso una imposizione sugli immobili. Potrebbe anche trovare posto l'abolizione dell'Irap che sembra ormai diventata anti-sistema e quindi è meglio sostituirla con addizionali di diverso tipo; si attende pure un'ampia riforma della tassazione del settore immobiliare a partire dalla revisione del catasto ed in particolare della cedolare secca che si potrebbe parificare per gli affitti a canone libero a quella delle rendite finanziarie, quindi dal 21% al 26%, e per gli affitti a canone concordato a quella per i titoli stato, quindi dal dal 10% al 12,5%. Ancora in tema di Irpef si spera in un potenziamento della flat tax che attenui dal basso la progressività delle aliquote. 

Ancora, si auspica una riforma improntata alla semplificazione e trasparenza nel calcolo dell`Irpef: tra le idee sul tavolo anche l'ipotesi di una tassazione per cassa per le imprese con la possibilità di versare le imposte mese per mese sulla base di quanto si incassa effettivamente e al netto di quanto si spende per svolgere la propria attività'; dare certezza alle norme fiscali uno dei passaggi ineludibili.

È essenziale infine che le forme di tax expenditures, attualmente suddivise in mille rivoli spesso improduttivi, siano razionalizzate per concentrare le risorse sugli strumenti non solo più efficaci, ma anche visibili e facilmente misurabili in termini di efficienza ed efficacia.

Insomma, passa il tempo ma i problemi sono ancora tutti sul tavolo, da affrontare e risolvere, anche con la zavorra di una maggioranza parlamentare eterogenea che faticherà a trovare una sintesi politica delle proposte in campo. Il più urgente si presenterà a fine mese quando scadrà l'ennesimo rinvio della moratoria dettata dall'emergenza epidemiologica sulle cartelle esattoriali. In attesa della riforma bisognerà trovare il modo di non far piovere su cittadini e imprese 50 milioni di lettere dal Fisco; chiamiamolo condono, chiamiamola rottamazione, chiamiamolo saldo e stralcio, ma dobbiamo normare una ripresa della riscossione che sia sostenibile da imprese e cittadini.

Meditate contribuenti, meditate. 

 

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