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Ottavio Nicastro, “La Fanciulla di Mezzanotte” Uno scrittore niscemese che guarda a Poe

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 Ottavio Nicastro, medico odontoiatra, ha trovato nella scrittura e nell'uso sapiente della macchina di ripresa un modo intelligente per trascorre il tempo libero che gli lascia la sua professione. Inoltre ha scritto e diretto anche alcune commedie, un dramma, un musical ed ha realizzato, come regista, diciannove video clip, alcuni dei quali musicali.

Ha pubblicato diversi romanzi dove apparizioni, future catastrofe, scomparsa di pianeti, necessità di salvare l'umanità si articolano su due piani: tra la "profezia e la realtà"; tra un mondo cosmogonico dove antichi guerrieri si contendono le sorti dell'umanità e qualche buon commissario di polizia che quotidianamente deve districarsi nella ricerca di soluzioni.

Recentemente, grazie al suo "Monster" gli è valso il terzo premio e il diritto di far parte dell'interessante Antologia fantasy "Hyperborea 4", pubblicata da Feltrinelli, che raccoglie i migliori racconti del Premio Midgard Narrativa 2020 che, nel 2020, ha visto alla ribalta quattro giovani Autori. iI primo premio, assegnato ex equo, ha visto vincitore quattro scrittori, che ha permesso di far scrivere agli organizzatori: "I quattro racconti ci fanno viaggiare attraverso i numerosi sentieri della letteratura Fantasy, dallo Sword and sorcery al Fantasy classico, dall'Urban al Dark Fantasy".

Ottavio Nicastro ha letto tutta l'opera di Edgar Allan Poe. Ed è stato il biglietto d'entrata in quel affascinante mondo Gotico che Nicastro ha saputo trasferire nelle sue opere precedenti.

Da "Il Ghaladon" alla "Battaglia di Anghiari," il dipinto di Leonardo Da Vinci che non si riesce a trovare, ai due volumi sul mito di Halloween, "Dolomicon Desentia" alla "Fanciulla di Mezzanotte", pubblicato dalle edizioni "Ali ribelli", è l'interessante, ed intrigante volume di cui ci occupiamo in questa nota.

"Ho paura del futuro, non in sé, ma per i suoi effetti su di me", da "La Caduta della Casa Uhser" di Edgar Allan Poe. E la dedica che Ottavio Nicastro mette all'inizio del romanzo. Una dedica che, nello svolgimento di un'intricatissima storia, dove l'opera di Edgar Allan Poe, alla fine suggerirà la soluzione dell'intera vicenda.

"Sapevo di Edgar Allan Poe, scrittore di gran talento, da ragazzo ho letto i suoi lavori: "Il Gatto Nero", I"l Pozzo e il Pendolo", "La Caduta della Casa Uhser" e altri ancora, mai però avrei immaginato come un giorno, tali narrazioni, avrebbero condizionato il mio destino", scrive nel Prologo.

 Dopo la lettura di questo libro, il lettore capirà bene l'uso intelligente che Nicastro fa di questo incontro giovanile con uno dei più grandi scrittori statunitensi. E non bisogna dimenticare l'influsso che ebbero l'opera e l'estetica di Poe in Europa, grazie alla riscoperta di Charles Baudelaire e dei simbolisti francesi.

La vicenda inizia in un ospedale di Catania, dove un giovanissimo cardiologo, Marco Sereni si trova a gestire un caso di malasanità. Una diagnosi errata del primario prof. Visconti, medico più attento ai pazienti del suo studio privato che non a quelli dello spedale, viene contestata, e a giusta ragione, dal giovane cardiologo.

Il primario per non incorrere, magari, in altre contestazioni, grazie all'aiuto di un suo collega, spedisce il giovane medico in un ospedale in un paese della provincia di Palermo nelle Madonie.

Sereni accetta, suo malgrado, per evitare il rischio di trovarsi, da un momento all'altro in mezzo ad una strada.

 L'arrivo a San Giovanni dei Fossati a mezzanotte, dopo un viaggio da brividi, non è dei più felici: "La via deserta e male illuminata, procede in leggera salita. A fiancheggiarla, misere costruzioni, specchio della miseria più profonda. La pioggia bagnandole le mostra come lugubri sembianze che si stagliano contro la notte buia. Porte e finestre disegnavano sul frontespizio sguardi misteriosi. Mi è sembrato di cogliere un senso di vuoto nell'aria, lo sentivo e mi opprimeva. In ciò che vedevo non c'era nulla di piacevole, solo nere sembianze sospese nel buio di una notte fuori dal tempo. Subito il pensiero si sposta su nidi di corvi e passeri morti. Avverto un oscuro presagio aleggiare nel buio profondo e il timore subito mi prende. M'infondo coraggio, reagisco ma inutilmente. L'attimo in cui avverto una presenza oscura gravitarmi attorno, il batticuore subito si riaffaccia. 

"Chi? Che cosa?" L'ho chiesto a me stesso, ma non serve. Sono solo e il silenzio che mi circonda è rotto dallo scrosciare della pioggia e dal rombo dei tuoni. Sobbalzo quando si aggiunge un urlo straziante che squarcia la notte buia e temporalesca". All'improvviso sbuca sulla strada una ragazza.

"Coraggio, puoi fidarti. Sono un medico, mi chiamo Marco Sereni. Qualcosa si muove su quel volto, ma non so capire di che cosa si tratti. Ad ogni modo, la giovane scivola silenziosa portandosi dal lato opposto dell'auto. Curioso davvero, avrei giurato che nel farlo, non avesse articolato le gambe. Un attimo dopo è all'interno della vettura trascinandovi parte del maltempo che c'è all'esterno. L'acqua di cui è inzuppata bagna sia il sedile che il tappetino sottostante, tanta davvero".

Un incontro che, se non fosse per quel "non avesse articolato le gambe", potremmo definire usuale.

Invece non è proprio così.

E' l'incipit di un romanzo, scritto con proprietà di linguaggio, in un prosa e con ritmi adeguati ad ogni capitolo, che ti spronano ad andare avanti. Fino a quando non riesci a conoscere la fine dell'enigma. E, a dire il vero, non è facile azzardare, durante la lettura, previsioni sul "come andrà a finire".

Scrutate i personaggi da Marco Sereni, al dott. Filippo Santucci, alla duchessa Conticelli Astra, al dott. Carlo Tersili, alla dott.ssa Michela Biagetti e al simpaticone dello zio Gustavo, al dott. Guglielmo Di Stefano e ad altri personaggi per arrivare all'ultima pagina, all'ultima riga.

Bisogna arrivare all'ultima pagina, all'ultima riga.

 

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