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“Osa sapere” di Ivano Dionigi Contro la paura e l’ignoranza

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Negli ultimi anni siamo stati invasi da ricerche, studi, indagini sugli stili di vita degli "Italiani". Degli "Europei". Degli "Occidentali"!

E i risultati non sono stati sempre benevoli nei nostri confronti. Anzi!

Siccome i mezzi di ricerca adoperati fanno parte di quel complesso mondo di tecnologie, sofisticate e precise, che hanno posto problemi. E non sempre sono stati affrontati con correttivi virtuosi.

Oggi, non ci vuole molto cogliere un disagio diffuso nel prendere atto di certi numeri percentuali che ci vedono fanalini di coda, a livello europeo, nel "sapere leggere e riassumere" un testo definito semplice. La percentuale è del 48%.Soglia da "analfabetismo funzionale". Per non parlare dei livelli di scrittura. Di essere in grado, cioè, di sapere scrivere un testo: semplice, chiaro, comprensibile. A chi scrive. E a chi legge!

Tanti, non molti, cominciano a chiedersi come mai ci siamo ridotti a soglie così deprimenti. La scuola non ha saputo fornire gli antidoti? Non abbiamo posto la dovuta attenzione alla percezione dei "grandi cambiamenti"? L'uomo moderno, difficile è capirne i motivi, ma nel processo di passaggio tra l'epoca moderna e la post-moderna, che ruolo hanno giocato una sorta di pudicizia, di alterigia, di cinismo sdegnati inducendoci ad una forma di passività?

Ancora in anni recenti ci sono stati interventi interessanti, sulla rivista "dieciseminalfabeti" sulle problematiche della linguistica.

In Italia, e anche altrove, abbiamo vissuto momenti drammatici della storia, da due "Dopo guerra", alla "guerra fredda", che ha diviso l' "Occidente" in diverse fazioni, al terrorismo, alla delegittimazione delle regole e delle figure istituzionali, alla nascita dell'ultimo nato: il sovranismo. 

Abbiamo l'impressione di un "Occidente orfano di guide e orientamenti" nonostante letterati, poeti, scienziati, filosofi, pittori, musicisti che hanno arricchito la storia delle Nazioni occidentali: da Omero a Einstein, da Leonardo a Kierkegaard, da Flaubert a Thomas Mann, da Rembrandt a Dostoievski, da Cervantes a Goethe, da Virgilio a Goya, da Vico a Pasteur, a Beethowen, a Orazio, a Shakespeare, a Manzoni, a Leopardi…!

Questa introduzione, mi è sembrata necessaria per contestualizzare un librettino, pubblicato lo scorso mese di aprile, da Ivano Dionigi, un latinista di chiara fama ed ex Magnifico Rettore dell'Università di Bologna: "Osa sapere. Contro la paura e l'ignoranza", Casa editrice RCS e Corriere della Sera, che un anno fa, ha lanciato "I Solferini", una nuova collana di saggi brevi scritti da grandi autori.

"Osa sapere" (Sapere aude) è una celebre locuzione latina di Orazio (Quinto Orazio Flacco, 65 – 8 av. Cr), che Dionigi fa sua.

L'Autore si pone subito il problema dei cambiamenti in atto sia in Italia sia in Europa, delineando "…scenari, che appaiono fuori controllo, il pensiero sembra segnare il passo e soffrire di anoressia; come se stesse smarrendo alcuni fondamentali. Come scontassimo tutta la complessità e la drammaticità della parola latina 'finis', che segna la vera natura dell'uomo: 'la fine" da patire, 'il fine' da raggiungere, 'il confine' da oltrepassare; come se all'improvviso scoprissimo di essere 'senza casa e senza padri'". E davanti a questi scenari, ricordando Spinoza, scrive che "… non c'è né da piangere, né da ridere, né da protestare, ma da capire". 

Un invito a non banalizzare la complessità dei cambiamenti in atto, da quelli umani a quelli tecnologici, a quelli giuridici a quelli istituzionali, e a riflettere sul fatto che "La prima difesa della democrazia è la difesa dell'intelligenza".

E su queste premesse riesce a tracciare le linee del nostro futuro analizzando il nostro presente con le sue paure, non sempre giustificate, con un'analisi comparata tra eventi lontani e lontanissimi.

"Ai nostri giorni ben si addice il racconto di Hobbes (1588 – 1679): nella sua autobiografia in latino (Vita carmine expressa) egli narra che sua madre fu spaventata a tal punto dall'annuncio dell'arrivo dell'Invincibile Armata spagnola sulle coste inglesi da partorire prematuramente due gemelli: lui e la paura".

Quella paura disinnescata dai Romani dal riconoscimento di ogni cittadino, al di là della provenienza, dalla diversità linguistica e culturale, concedendo la nazionalità.

E riflettendo sulla paura, che oggi va cancellando ogni traccia di umanità, Dionigi, invece, si chiede, in modo ironico: "Senza barbari, cosa sarà di noi?".

Ed ecco che affronta il problema degli antidoti alle paure ingiustificate dei nostri giorni, affidando alla scuola e all'università il compito di sensibilizzazione approfittando di quel progetto europeo, Erasmus, che da trenta anni fa viaggiare gli studenti europei per i Paesi del Mondo.

"Io credo che l'Università sia l'istituzione scientifica e formativa dalla quale possa e debba venire un contributo a queste riflessioni".

Questo agevolissimo libretto, 87 pagine, è ricchissimo di richiami antichissimi: storici, letterari, biblici, sociali, politici; non mancano le citazioni in latino, e anche in greco, cariche di una palpitante attualità.

Un intelligente "filo rosso" che attraversa epoche e geografie che dal passato ci portano al presente. E dal presente al passato. 

 

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