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Nuovi contributi a fondo perduto

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L'esecutivo Draghi sta lavorando alla messa a punto del Decreto rinominato "sostegno", nome che ha preso il posto del Decreto ristori, anche per segnare una discontinuità con il Governo precedente voluta dalla nuova maggioranza. Come riferito dall'esecutivo stesso in occasione del question time alla Camera di mercoledì scorso, l'obiettivo dell'esecutivo è quello di semplificare le attuali procedure, in particolare superando l'attuale schema basato sui codici Ateco, e dare la possibilità a quasi 3 milioni di partite Iva di scegliere tra uno stanziamento a fondo perduto e un credito di imposta da poter utilizzare in sede di modello F24.

Il provvedimento dovrebbe essere varato in settimana, ma le bozze che stanno circolando in queste ore parlano di un indennizzo per chi avrà registrato una perdita almeno del 33% del fatturato medio mensile del 2020 rispetto a quello del 2019. Sempre sbirciando nelle bozze del lavori parlamentari si evidenzia come l'importo che verrà riconosciuto sarà pari al 30%, al 25%, al 20% o al 15% della perdita registrata a seconda che si abbia un fatturato annuo rispettivamente fino a 100.000 euro, dai 101.000 ai 400.000, da 401.000 a 1 milione e da 1 milione a 5 milioni. Comunque al netto dei dettagli contenuti nelle bozze, si evidenzia il definitivo superamento della logica dei codici Ateco.

Il superamento dei codici ateco è un aspetto importante in quanto ha finora limitato l'erogazione degli indennizzi alle attività interessate dalle chiusure, escludendo quindi i loro fornitori o subfornitori che subiscono ugualmente un danno. A titolo esemplificativo e non esaustivo se un negozio resta chiuso, ne risente anche chi lo rifornisce e anche chi si occupa di trasportare le merci. Per non discernere poi del settore turistico: non sono stati obbligati a chiudere, ma è del tutto evidente che hanno subito un enorme danno economico, così come le attività che vi gravitano intorno, come ad esempio le lavanderie.

Giusto anche basarsi sul confronto tra il fatturato medio mensile del 2020 e quello del 2019 in quanto trattasi di dati già noti all'Agenzia delle Entrate e ciò consente di poter effettuare delle verifiche automatiche. A tal proposito dovrebbe prevedersi che per richiedere l'indennizzo verrà richiesta solo un'autocertificazione relativa alla perdita del fatturato sufficiente ad averne diritto. 

Sembra anche che il Governo intenda inserire nel decreto il 30 aprile quale data entro cui far arrivare gli indennizzi richiesti sui conti correnti degli aventi diritto, sempre che non preferiscano ottenere un credito d'imposta. L'Agenzia delle Entrate è l'ente preposto a far arrivare velocemente le somme anche perché già possiede i dati per poter verificare la veridicità delle autocertificazioni, e inoltre tiene pure il contatto diretto con il Mef per avere le risorse per erogare gli indennizzi e la possibilità di poter garantire il credito d'imposta.

Infine, nel tanto atteso decreto di prossima emanazione dovrebbero esserci anche 600 milioni di euro destinati esclusivamente agli operatori del turismo invernale.

Attendiamo dunque la stesura definitiva ma la strada imboccata sembra quella giusta.

Meditate contribuenti, meditate.

 

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