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Fonte: https://www.consiglionazionaleforense.it/
Con sentenza n.44 del 27 febbraio 2025 il Consiglio Nazionale Forense ha affermato l'illiceità disciplinare del comportamento dell'avvocato che denunci infondatamente come reato l'avvio e l'istruzione di un procedimento disciplinare a suo carico.
Analizziamo la vicenda che ha dato luogo alla pronuncia del Consiglio Nazionale Forense.
I fatti del procedimento
Un avvocato ha presentato una denuncia ai Carabinieri per il reato di abuso di ufficio nei confronti di due avvocati Consiglieri che, a parere dell'avvocato denunciante avrebbero commesso il reato di abuso di ufficio in suo danno, in quanto il primo, in qualità di Consigliere Segretario del COA ha trasmesso al CDD un esposto disciplinare nei suoi confronti, il secondo, in qualità di Consigliere del CDD ha istruito il procedimento disciplinare promosso in forza di tale esposto, poi conclusosi con la comminazione all'incolpato della sanzione del richiamo verbale.
A parere del denunciante, l'operato dei due Consiglieri sarebbe stato illegittimo in quanto:
Successivamente il CDD ha deliberato l'apertura del procedimento disciplinare nei confronti dell'avvocato denunciante, al termine del quale quest'ultimo è stato sanzionato con la sospensione dall'esercizio della professione per sei mesi.
Avverso la decisione l'avvocato ha presentato ricorso al Consiglio Nazionale Forense, chiedendo la sospensione e l'immediata archiviazione del procedimento disciplinare.
La decisione del Consiglio Nazionale Forense
Il Consiglio ha in primo luogo evidenziato che a norma dell'art.50 comma 4 della L.247/2012 "Quando è presentato un esposto o una denuncia a un consiglio dell'ordine, o vi è comunque una notizia di illecito disciplinare, il consiglio dell'ordine deve darne notizia all'iscritto, invitandolo a presentare sue deduzioni entro il termine di venti giorni, e quindi trasmettere immediatamente gli atti al consiglio distrettuale di disciplina, che è competente, in via esclusiva, per ogni ulteriore atto procedimentale."
Analogamente l'Art. 11 del Regolamento n.2/2014 del CNF prevede che "Il Consiglio dell'Ordine quando riceve un esposto o una denuncia o acquisisce comunque notizia di fatti suscettibili di valutazione disciplinare deve immediatamente: a) darne informazione all'iscritto invitandolo a presentare le sue deduzioni al Consiglio distrettuale di disciplina nel termine di venti giorni; b) trasmettere gli atti al Consiglio distrettuale di disciplina unitamente a una scheda riassuntiva dei provvedimenti disciplinari a carico dell'iscritto" (comma 1) (ndr).
Dalle norma si evince molto chiaramente l'obbligo per il COA di trasmettere immediatamente al CDD gli esposti e le denunce ricevuti dal COA, senza la possibilità di alcun vaglio preliminare da parte del COA stesso circa una loro eventuale infondatezza.
Pertanto, né l'avere trasmesso, in qualità di Consigliere Segretario del COA al CDD un esposto, né l'avere istruito, in qualità di Consigliere del CDD, il procedimento disciplinare originato dall'esposto possono costituire il reato di abuso d'ufficio trattandosi di un atti dovuti ex art.50 comma 4 succitato.
Peraltro, al Consiglio è parso abbastanza chiaro che
Per questi motivi il Consiglio Nazionale Forense ha rigettato il ricorso.
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Il mio nome è Anna Sblendorio. Sono una persona curiosa e creativa e mi piace il contatto con la gente. Amo dipingere, ascoltare musica, andare a teatro, viaggiare e passare del tempo con la mia famiglia ed i miei amici. Nel 2008 mi sono laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" e successivamente ho conseguito l'abilitazione per l'esercizio della professione da avvocato. Nel corso degli anni ho collaborato con diversi centri di formazione occupandomi di tutoraggio in materie giuridiche e nel 2022 ho iniziato a collaborare con la testata giuridica online www.retidigiustizia.it.