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Aboliamo l'esame di abilitazione! La lettera al Ministro di una praticante bocciata per la sesta volta!

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Ho riflettuto molto prima di scrivere quest' articolo su Francesca e sullo scandalo degli esami di abilitazione denunciato da molti candidati. Ho dovuto decidere preliminarmente se riportare tutto quello che raccontano oppure omettere alcuni dettagli gravissimi che, in assenza di prove e di nomi, li esporrebbero a querele o ritorsioni. Se denunciassero non diventerebbero mai più Avvocati. Se facessero ricorso non diventerebbero mai più Avvocati. Questo quanto riferiscono.

Gli episodi si consumano, dunque, nella paura di molti e nell'interesse di pochi, nella solitudine di una stanza dello studio, nell'esercizio di un pubblico servizio che non può essere interrotto, nell' abuso di potere di chi gestisce le loro fatiche quotidiane, le loro speranze future ed i sacrifici del loro passato. Ma ormai lo sappiamo tutti cosa sta accadendo. Qualcuno conosce le tracce, qualche scuola si vanta persino di averle dettagliatamente previste! Si copia, si parla, girano fogli, testi, elaborati interi! Non vi è un obbligo di motivazione del voto (art. 46 co 5 LP 247/2012), né la previsione di criteri meritocratici, oggettivi e uguali per tutti, su tutto il territorio nazionale. L'esame di Stato sembrerebbe ormai una buffonata, o meglio un illecito legalizzato, la sede in cui il potere più oscuro e marcio dell' Avvocatura manifesta la sua forza, il suo ius vitae et necis. Si utilizzerebbe l'esame di abilitazione come leva di sfoltimento degli Albi indipendentemente dal merito, come strumento di consenso politico, come dimostrazione di forza di una raccomandazione rispetto all' altra, come metodo di sfruttamento del praticante, come "la carota davanti all'asino".

Forse, in quest'ottica, potremmo anche rivedere il giudizio nei confronti di chi, nauseato da questo sistema, sconfortato, privo di raccomandazione alcuna, decida di abilitarsi all'estero, quasi come una forma di protesta e di rifiuto di soggiacere a questo sistema che appare tipicamente italiano e che si registra anche in numerosi concorsi, senza escludere neppure quello in Magistratura (partecipai a quello del 2008 a Milano.. una pagina nera per i Padri Costituenti..).

Ognuno di noi dovrebbe riflettere sulle conseguenze storiche di questa prassi, sullo svilimento della funzione costituzionale della professione che ne deriva, sull'abbassamento del livello di cultura giuridica di questo paese. Sicuramente l'esame di abilitazione viene superato anche da alcuni meritevoli, ma il loro successo non può essere affidato al caso, alla fortuna di essere stati esaminati da un uomo libero e coraggioso, che quel merito abbia saputo riconoscerlo e potuto premiarlo. Il merito deve essere tutelato, protetto, garantito, premiato sempre e per questo ci vuole rigore e trasparenza nelle procedure, competenza e indipendenza del giudicante, revisione di tutto il percorso formativo, verificando l' effettività della pratica (per Roma, ad es., sarebbe semplicissimo già solo chiedendo dove siano dislocate le varie sezioni, atteso che vi sono almeno 15 Palazzi di Giustizia sparsi in più quartieri) e prevedendo sin dal primo anno di Università esami pratici e collaborazioni con le cancellerie che da anni lamentano la carenza di personale, mentre noi da anni siamo troppi!

Probabilmente, in base alle recenti dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia On.le Ferraresi, verrà riformato tutto il sistema di accesso alla professione e sicuramente verrà prorogato il termine previsto dall'art. 49 L. n. 247/12, affinché i tirocinanti possano avere il tempo di adeguare la propria preparazione in vista di un esame senza i codici annotati con la giurisprudenza; ma resta per ora disattesa la legittima richiesta di rendere gratuito l' obbligo formativo appena introdotto (DM Giustizia n. 17/2018).

Ecco ora la lettera, molto vivace ed accorata, che Francesca Scudiero ha rivolto al Ministro, dopo avere tentato l'esame di abilitazione per ben 6 volte ed avere subito l' assurda limitazione temporale prevista dall'art. 41 co. 12 della L. n.247/2012, per cui oggi, dopo 8 anni che esercita, non è più neppure un praticante abilitato, con pregiudizio grave per la sua capacità reddituale!

"On.le Sig. Ministro della Giustizia,

mi chiamo Francesca Scudiero e cerco invano di superare l'esame di abilitazione da 8 anni. La mia lettera non sarà un piagnisteo ma una richiesta forte, urlata, sentita! Chiedo a Lei perché con un 2 lauree, un master ed una menzione alla carriera, io non venga valutata positivamente in sede di esami di abilitazione!

La modalità di svolgimento dell' esame di Avvocato è in contrasto con i primi 39 articoli della Costituzione e con la CEDU, in modo particolare l' esame risulta contrario all'articolo 33 cost. comma 5, per cui dovrebbe essere prescritto un esame di "Stato" per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale, mentre le commissioni sono territoriali! Con l'esame così impostato è vietata l' esternazione di ogni attitudine personale, è limitata ogni libertà personale, è vietata la libertà di parola, è ostacolata la carriera…

Non ho pazienza per indole , ma sicura della cultura di chi legge, Le dico e confermo che nessuna libertà professionale, articolo per articolo, è rispettata. Anzi, vi è impegno, reiterazione, ostinazione per danneggiare chi svolge la professione. Io non riesco a conseguire l' abilitazione ma sono riuscita a conseguire 2 lauree, 1 master universitario e due non universitari e una menzione alla carriera per aver parlato di "Legge razziale" n. 247/2012! Sarà per l'età , o ecco, per l 'appunto , per la scarsa pazienza, che provo da soli 8 anni a superare quest'esame. Ma come mai non riesco!? Eppure la giurisprudenza è il mio pane quotidiano, scrivo atti, leggo sentenze, assisto ai processi.. Sono stata bocciata 6 volte, ma io sono sicura di me!

La mia richiesta? Semplice semplice : eliminare l'esame di abilitazione, sigillo della casta che manda avanti soggetti inetti a vivere, che per attrito coprono posti immeritati. Io sono Avvocato senza approvazione di nessuno!! Nel cuore, nell'anima, con ardore e con passione! Si! Lo sono! Perché uomini falsi e corrotti dovrebbero confermare la mia cultura?!

Il mio cuore spera che Lei mi legga e vorrei che Lei fosse garante non dei Suoi Colleghi, ma dei Suoi compagni di sventura e sebbene entrambi conosciamo la fattispecie prima della qualificazione del nesso logico che qui vorrei esternare , ma che implicitamente le scaravento addosso, mi permetto di dire: l' esame di abilitazione è uno strumento che falsa la concorrenza, è lo strumento di sottomissione e conferma di un sistema incostituzionale!

Spero che l 'uragano dentro me possa averla colpita, avrei ancora tante piccolissime informazioni, simpatiche, direi … informazioni al vetriolo che magari potrei dare , inaudita altera parte, ma potrei anche sbagliare e come don Chisciotte confondere mulini a vento con mostri.. ma se la Giustizia esiste avrò Giustizia!

Mi piace firmarmi "unodiduecentocinquantamila" ma per lei farò un' eccezione. Francesca Scudiero".

 

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