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Ultim´ora: Canone Rai, delusione Tar Roma, rigettato ricorso: "Va pagato in bolletta elettrica"

Il Tar del Lazio, sede di Roma, con ordinanza depositata pochi minuti fa, ha rigettato l´istanza di sospensione dell´esecuzione (sospensiva) connessa al ricorso proposto contro l´inclusione nella bolletta elettrica del canone Rai. I giudici amministrativi, così si legge nella ordinanza, "riservata al merito la valutazione delle eccezioni processuali sulla ammissibilità e tempestività del ricorso" hanno ritenuto che il ricorso "non pare presentare profili di fondatezza in relazione alla dedotta questione di costituzionalità della Legge 208/2015 (la Legge di stabilià 2016) né in relazione alle ulteriori censure, atteso che le modalità previste per la dichiarazione di non detenzione dell´apparecchio televisivo non appaiono eccessivamente onerose né sproporzionate, e d´altro canto soddisfano esigenze di uniformità e completezza delle dichiarazioni da rendere, anche al fine di evitare un possibile contenzioso".
Il Tar ha inoltre rilevato che "l´Avvocatura dello Stato ha dichiarato che l´Agenzia sta accettando tutte le dichiarazioni di non detenzione anche presentate entro il termine ultimo, anche se non redatte sul modulo predisposto purché conformi nella sostanza alle indicazioni che il modulo prescrive"; pertanto, il danno appare non irreparabile, essendo esso ristorabile in sede di merito".
La decisione del Tar era attesa da giorni e in molti ritenevano che il ricorso potesse essere accolto.
Il Tar del Lazio è stato investito sulla legittimità dell´inserimento del canone Rai in bolletta dal Codacons, l´associazione dei consumatori che, "dopo aver avviato "una dura battaglia contro la decisione del Governo di imporre il pagamento del canone attraverso la bolletta della luce", ha chiesto al Tar di Roma, competente per territorio, l´annullamento previa sospensione del decreto adottato dal ministero dello Sviluppo economico di concerto con il MEF del 13 maggio 2016, riguardante appunto la previsione del canone.
"Il canone Rai è imposta legata al semplice possesso di un apparecchio abilitato alla ricezione del segnale televisivo", scrive il Codacons nel ricorso in cui fa riferimento alla sentenza della Consulta del 2002. "La Corte ha, inoltre, chiarito come non sussiste alcuna relazione diretta tra le entrate che derivano dal canone e quelle che poi vengono effettivamente destinate alle reti Rai, dal momento che il maggiore beneficiario dell´imposta non è la Rai, bensì lo Stato e soltanto una parte viene riservata al finanziamento della televisione pubblica", sottolinea il Codacons, come riportato da Adnkronos.
Dunque, "a giudizio dell´associazione, "risulterebbe persino erroneo qualificare come canone o abbonamento l´importo versato non integrando quest´ultimo il corrispettivo di un servizio ma dovendosi più propriamente parlare di imposta sul possesso della televisione". Ciò premesso, "in merito alla corretta qualificazione dell´entrata per lo Stato, è ancor più evidente l´illogicità di un sistema - com´è quello varato dalla Legge di Stabilità 2016 e regolato dal provvedimento impugnato - che snatura l´imposta, vincolandone il pagamento al pagamento della bolletta elettrica", sottolinea il Codacons per cui "appare illegittimo pretendere il pagamento del canone con una bolletta destinata a coprire il costo di un servizio divisibile".
Rileva ancora l´associazione: "Un soggetto privato (l´impresa fornitrice di energia elettrica) si sostituisce allo Stato per l´incasso di un importo che rimane di spettanza Erariale; i fornitori di energia non possono trasformarsi in esattori per recuperare il canone Rai. È un compito che non gli compete".
L´associazione aveva fatto presente che l´accoglimento da parte del Tar avrebbe comportato precisi oneri: "le aziende elettriche dovranno restituire agli utenti i 70 euro della prima rata scattata nei giorni scorsi"*.
* Dichiarazioni rilasciate ad AdnKronos

 

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