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Stalker in Università, le ultime due tristi storie tra Bologna e Catania e come difendersi

È accaduto pochi giorni fa alla Università più antica del mondo, Bologna. Protagonista una studentessa appena 26enne che ha "stalkerato" il suo prof cinquantenne fino a rendergli la vita impossibile. Un caso al contrario di quello, arcinoto, accaduto alla Università di Catania due anni fa e che comunque ripropone la drammaticità del problema, che ha tra levsue vittime per eccellenza le giovani donne e le studentesse. Ecco quanto accaduto a Bologna e Catania, nella ricostruzione del Resto del Carlino e di Repubblica, e i nostri consigli su come difendersi al meglio.

L´ultimo episodio a Bologna
Ha denunciato la sua studentessa per stalking. E´ una storia all´incontrario quella che riguarda un docente, cinquantenne, della facoltà di Lingue e letterature straniere. Se nell´immaginario comune, infatti, è il prof a invaghirsi della giovane studentessa, questa volta è accaduto l´inverso.
E il docente ha deciso di denunciare alla polizia la ragazza, 26 anni e originaria dell´Est, per stalking. L´uomo ha raccontato di avere ricevuto dichiarazioni d´amore via email, richieste di divorziare dalla moglie, oltre ad avere subìto più volte pedinamenti. Il docente ha descritto le attenzioni a suo dire eccessive che la studentessa gli avrebbe riservato: lei gli avrebbe inviato vari messaggi di posta elettronica con riferimenti anche ai familiari dell´uomo, che si è descritto imbarazzato dall´essersi trovato di fronte la ragazza mentre era per strada, con persone della sua famiglia.
Quanto accaduto a Bologna ripropone la questione dello stalking in Università.
Il precedente: Catania, il prof e la dottoranda.
L´ultimo caso, di rilevanza nazionale perchè diffuso dai grandi giornali, era accaduto un paio d´anni fa a Catania, ma esattamente al contrario.
Per una studentessa modello, infatti, come raccontato da La Repubblica, "le quattro mura di quella facoltà di Catania, la sua, erano diventate un incubo. Ci andava quasi ogni giorno ma ultimamente chiedeva a un amico o a un altro professore di farle compagnia e non lasciarla mai sola. Nella stanza accanto a quella in cui studiava per fare ricerca, dopo aver vinto un dottorato, c´era, infatti, il suo tormento: un docente di 48 anni, che si era invaghito lei, bella dottoranda, tanto da perseguitarla e non sopportare che avesse relazioni con altri uomini".
Un´angoscia vissuta per alcuni anni da questa donna, conclusasi quando il Gip ha emesso contro il professore un provvedimento di divieto di avvicinamento alla ragazza, impedendogli, inoltre, ogni tipo di comunicazione con qualsiasi mezzo.
Tutto era iniziato tre anni prima, quando la ragazza si era laureata e aveva vinto il dottorato. Spesso, dunque, professore e dottoranda si trovavano vicini, lavorando a stretto contatto e lui se ne era innamorato. Un amore malato, però, un amore che si era trasformato in desiderio di possesso nell´esatto istante in cui la ragazza lo aveva rifiutato.
Una "valanga di e-mail nella casella di posta, lui le scriveva della sua passione. Poi i messaggini, quindi gli appostamenti e i pedinamenti. Il professore scrutava ogni movimento della ragazza, tanto da indurre la studentessa a cambiare le proprie abitudini di vita.
Quando c´era lui, la ragazza non si faceva lasciare sola un attimo. Addirittura in lacrime un giorno aveva raccontato tutto ad altri professori della stessa facoltà che in più occasioni hanno provato a far capire all´uomo che doveva smetterla. Si è così arrivati davanti a un giudice, che ha ordinato al professore di non avvicinarsi mai più alla giovane donna. E in nessun modo".
COME DIFENDERSI DALLO STALKING
Un reato complesso ed insidioso, dagli scarsissimi confini. Comportamenti apparentemente normali quali chiamate, messaggini su Whatsapp, sms, per poi crescere con appostamenti, pedinamenti e ancora oltre, in un crescendo incontrollato ed incontrollabile.
Dal 2009, quando la legge 38 ha riformato la materia ed introdotto pesanti sanzioni, oltre 50mila denunce, quasi tutte di giovani donne, moltissime delle quali in una classica situazione di debolezza, soprattutto economica, ma non solo, perchè lo stalker non guarda al censo.
"Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta taluno in modo tale da infliggergli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina o comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni".
Questa la norma base, il nuovo art. 612 bis del codice penale introdotto con la legge n. 38 del 2009 in materia di sicurezza pubblica, di contrasto alla violenza sessuale e di atti persecutori.
La giurisprudenza ha definito il delitto di atti persecutori, di cui all´art. 612 bis del codice penale, come un "reato di evento alternativo" e, affinché si possa realizzare, non è essenziale "il mutamento delle abitudini di vita della persona offesa" ma è sufficiente dimostrare che il comportamento incriminato sia stato idoneo a creare un "perdurante e grave stato di ansia e di paura", un "fondato timore per l´incolumità propria o di un prossimo congiunto o di una persona al medesimo legata da relazione affettiva" o "una alterazione delle proprie abitudini di vita".
Sia che si tratti di un coniuge ipergeloso che di un fidanzato o amante reso cieco dall´abbandono, di un datore di lavoro o di un docente o di qualsiasi altro, è bene denunciare: il reato è procedibile a querela (ossia mediante la denuncia dei fatti da parte della persona offesa) con un termine per la proposizione di 6 mesi che diventa "irrevocabile" in presenza di gravi minacce. Sono poi state introdotte circostanze aggravanti che incidono sulla determinazione della pena quando reato sia stato commesso dal coniuge (anche divorziato o separato), del partner (anche non convivente) o quando la vittima sia una donna incinta o la violenza sia commessa davanti a un minore.

 

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