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Sono con te, Maria. Grazie per il tuo coraggio

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Guardatela bene, questa donna.

Il suo nome è Maria Ponomarenko, è una giornalista russa, di Rosnews.

È stata condannata per aver raccontato al suo paese di quello che era accaduto a Mariupol. Tramite, pensate, un semplice post nel suo profilo Telegram, non nel suo giornale.

Una corte di San Pietroburgo ha emesso quattro giorni fa un decreto di carcerazione preventiva contro di lei, per diffusione di informazioni false. Come se Mariupol fosse una città piena di vita, e non, invece, un cumulo di rovine. Maria rischia fino a dieci anni di carcere.

 Di Maria, in Italia, non ha parlato quasi nessuno, nemmeno molti suoi colleghi. Forse, una giornalista arrestata in Russia non fa più notizia, non una di quelle che fan vendere più copie di giornale, che fanno impennare uno share.

Maria, arrestata e incarcerata, è meno fashion di Nadana Fridrikhson, altra giornalista russa che sembra parlare su dettatura del Cremlino, che è diventata una protagonista assoluta in alcuni programmi TV del nostro Paese. Compresa la TV pubblica, quella pagata da tutti noi. Che, probabilmente, paga anche lei, profumatamente, e nemmeno in rubli. Per ascoltare, peraltro, non delle verità, ma becera propaganda putiniana. Per non parlare di un altro noto conduttore russo. Roba da voltastomaco.

 Per me tutto ciò è inconcepibile. Di più, scusate il termine, è una invereconda infamia.

Chiedete la liberazione di Maria, e rimandate quell'altra a Mosca.

Maria, siamo con Te

 

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