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Mafia: Bindi, per governo priorità? Forse ancora no

(di Valentina Roncati) (ANSA) - ROMA, 6 DIC - Per il Governo la lotta alla mafia è una priorità? "Forse ancora no, anche se ha aperto molti cantieri: dalla nomina di Gratteri a quella di Cantone, al pacchetto di giustizia che ha tardato ma alla fine è arrivato, all´autoriciclaggio". Così il presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, risponde al giornalista Giovanni Tizian partecipando alla Fiera ´Più libri più liberi´, in corso in questi giorni a Roma. "Poiché conosciamo la determinazione del premier su tanti temi, se la usa un pò di più anche su questo non è male", aggiunge Bindi.
Riguardo poi alla inchiesta sulla mafia a Roma, il presidente dell´Antimafia, suggerisce al sindaco della capitale, Ignazio Marino, di chiedere di essere affiancato da una commissione che lo aiuti a capire dove si annidano gli ´invisibili´". "Occorre una task force - dice Bindi - che possa individuare chi ha sbagliato e fare pulizia oppure, se la penetrazione della criminalità è presente anche in altri settori, oltre a quelli già individuati, richieda lo scioglimento del Comune".
Bindi non risparmia critiche ai partiti. "Io penso che se i partiti, invece di stare nelle stanze a litigare se è più potente una corrente o l´altra, fossero nelle periferie, si accorgerebbero di chi delinque, cosa è avvenuto in questi anni a Roma". "C´è da tempo questo vizio di appartarsi - aggiunge - e così finisci per non accorgerti di chi ti siede accanto". Quanto al Pd, "nel momento in cui si scoprono collusioni così significative, mi pare evidente dover chiedere al partito di fare un lavoro serio al suo interno, non solo per eliminare i rami secchi, ma anche per interrogarsi su come si è "partito" in una grande città come Roma. La periferia di Roma e la gestione delle sue sfide, a partire dall´immigrazione, se trova la politica latitante, vede la mafia presente". Per Bindi, inoltre, "la politica dovrebbe essere capace di selezionare la propria classe dirigente ben prima che intervengano i magistrati", anche perché "non c´è mafia se non c´è rapporto con la politica, e l´inchiesta romana lo ha ampiamente dimostrato".
Il presidente dell´Antimafia infine ribadisce di ritenere giusto che la Commissione che presiede indaghi a fondo sul rapporto mafia-politica ed ha annunciato che nei prossimi giorni, oltre a riascoltare il procuratore di Roma Pignatone, convocherà in audizione il Prefetto, il sindaco della capitale, le forze politiche, gli imprenditori e le cooperative coinvolti nell´inchiesta.(ANSA).


Fonte: Ansa legalità

 

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