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<<Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualcosa sufficiente per farlo impiccare>>. Armand-Jean Du Plessis (1582-1642), meglio noto come il Cardinale Richelieu, politico di grande rilevanza, più volte primo ministro della corte di Luigi XIII re dei Francesi.
I miracoli della scrittura. E della sua interpretazione.
A dire il vero non siamo in grado di stabilire quanti il Cardinale Richelieu ne abbia mandato al patibolo. Ma il metodo ha funzionato. E alla grande.
La storia è piena di questi cavilli, giuridici o di comodo, che hanno messo l'uomo in situazioni di estrema pericolosità. O di grandissimi vantaggi. Pericolosità e vantaggi a volte inaspettati. O costruiti. Ieri, e "meglio", di oggi
Fatti che dimostrano, al di là del tempo e dello spazio, come sia facilmente manovrabile l'opinione espressa e i risultati ottenuti. E manovrare la pubblica opinione!
All'inizio del secolo scorso, dopo la guerra (1904) tra Russia e Giappone, vinta da questi ultimi, lo zar Nicola II, a giustificazione della sconfitta pubblicamente diede la colpa alle "lobby" ebraiche e alla difesa dei loro interessi. In Russia si scatenò una vera e propria caccia all'ebreo. I famosi "pogrom" che causarono decine di migliaia di vittime. E il popolo russo non aspettava altro per dare sfogo al proprio "amor di patria" e al proprio odio contro gli "ebrei": eterni capri espiatori!
L'entrata degli Stati Uniti d'America nella Prima guerra mondiale, aprile 1917, è legata ad una notizia, ritenuta una "bufala", dalle conseguenze disastrose.
Un piroscafo, modernissimo per quei tempi, il Lusitania parte: <<…da New York il 1°
Maggio 1915 per raggiungere Liverpool gremito, fra equipaggio e passeggeri, da ben 1964 persone. Molti i cittadini americani in viaggio per raggiungere l'Europa tra cui personalità di prestigio come il miliardario Alfredo Vanderbilt.
Nelle giornate precedenti la partenza circolarono notizie intese a sconsigliare il viaggio. Il 30 aprile sui giornali più diffusi degli Stati Uniti fu pubblicato, a spese dell'Ambasciata di Germania a Washington un avviso secondo il quale il Lusitania sarebbe stato affondato non appena giunto in acque britanniche>>. Sembrava una "bufala". Invece il piroscafo fu affondato causando 1200 vittime e determinando l'entrata in guerra degli USA.
Quando Adolf Hitler si impossessa del potere il 30 giugno 1933, grazie alle "libere elezioni" del 5 marzo dello stesso anno, riorganizza lo Stato sciogliendo i partiti, mettendo fuori legge i comunisti rei, di aver incendiato il Reichstag, la sede del parlamento il 27 febbraio 1933. Grande sconcerto tra la popolazione germanica. Invece il Reichstag era stato incendiato dai nazisti che cominciavano a preparare le giuste tensioni per avere mano libera nel "cambiamento" promesso durante la campagna elettorale.
Ma non è l'unica bufala. Sempre in quel periodo Hitler istituisce i campi di concentramento con il nobile scopo di "rieducare" tutti i reietti della società. E sappiamo come è andata a finire.
Il 2 settembre 1939 grida ai quattro venti che la Germania era stata attaccata da truppe polacche. In effetti poche decine di soldati tedeschi vestiti con divise di soldati polacchi avevano attraversato il confine con la Germania, suscitando lo sdegno degli ignari (?) cittadini. Solo che erano soldati tedeschi che dovevano fornire all'esercito hitleriano il "casus belli" per iniziare le "danze" della seconda guerra mondiale.
Già da fin d'allora si era posto il problema di come intervenire affinché non si cadesse vittime di queste false notizie con risultati non sempre prevedibili.
Ancora recentemente da più parti si levano grida di allarmi contro questi "costruttori" di falsità che mettono a repentaglio, non solo la credibilità, l'onestà, la buona fede delle persone in un clima di insofferenza e di odio nei confronti del diverso: inteso nel significato più ampio del termine. E non solo in Italia.
Come mai siamo arrivati a questo punto.
Le spiegazioni sono diverse e cercarle di comprenderle si entra in un ginepraio di cui si rischia di uscirne con le ossa rotte.
Ha cominciato il compianto professore Tullio De Mauro a denunciare, con le sue indagini e i suoi studi, lo stato della lingua italiana. Poco prima di morire gli ultimi risultati erano veramente allarmanti. Oltre il 50 per cento degli italiani era in una condizione di "analfabetismo strutturale", capace di leggere e di non comprendere il significato del testo.
Si inserisce nel dibattito Umberto Eco con parole molto pesanti. «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli». E lo stesso anno, 2015, aveva pubblicato un libro interessantissimo sull'argomento, "Numero zero", Bompiani editore.
Apriti cielo. Si è scatenata una canea nei confronti di uno dei più grandi e prestigiosi intellettuali che l'Italia possa vantare tra la seconda metà del secolo scorso e l'inizio di quello attuale.
Non abbiamo letto niente che ci permettesse di percepire il senso di un dibattito civile, al netto della provocazione di Eco che, tra l'altro, mette in evidenza la mancanza di ogni forma di controllo delle notizie.
Ed un dibattito vero, sereno, soprattutto con un confronto sulle "cose" e con strumenti adeguati forse ci permetterà di riprendere un dialogo interrotto. E senza vie di uscita.
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.