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Franco Boccadutri “Vittorini nella città degli Angeli”

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 E' fresco di stampa per i tipi di Rubbettino un interessantissimo libro di Franco Boccadruti: "Vittorini nella città degli Angeli", con una puntuale, e dotta, prefazione di Emanuele Macaluso.

La "Città degli Angeli" è Caltanissetta, che durante il fascismo conobbe un interessante attività clandestina dovuta alle forze giovanili sia comuniste che socialiste sia del partito popolare di don Luigi Sturzo.

La contestualizzazione di quel clima, dei tantissimi personaggi che animano quella stagione e, a dire il vero, animeranno anche gli anni avvenire, la fornisce Emanuele Macaluso, che è stato di quegli anni un giovane protagonista di spicco.

Il libro è un'appassionata biografia di Calogero Boccadutri, "Luziu", scritta dal figlio Franco, che in un momento di "distrazione di massa" e di perdita di "memoria collettiva" ci propone alcune bellissime pagine della lotta clandestina al fascismo portata avanti da giovani nisseni incuranti dei rischi, delle torture e delle possibilità reali di perdere la loro stessa vita.

Una lotta clandestina "siciliana" che, nonostante abbia avuto figure di spicco nella resistenza al nazifascismo, sembra essere stata, e non da oggi, dimenticata o rimossa.

Il giovane Calogero Boccadutri, dopo un'esperienza carceraria di sette anni a San Gimignano e a Civitavecchia, dove conosce Umberto Terracini e altri comunisti, rientra in Sicilia e aderisce al Partito comunista d'Italia. Approda a Caltanissetta e si inserisce in un gruppo ricco di figure storiche del Partito comunista siciliano.

Nel mese di giugno del 1943, poche settimane prima dello sbarco delle truppe alleate del 10 luglio, Elio Vittorini viene mandato in Sicilia per coordinare le attività del Partito comunista clandestino . E se necessario a "prendere le armi" e iniziare l'insurrezione armata contro il fascismo.


Arrivato a Caltanissetta, dopo qualche peripezia, incontra il capocellula "Luziu".
Questo incontro tra l'intellettuale Vittorini e il capocellula "Luziu" e destinato ad essere presente, in mille sfaccettature, nella narrazione che si fa letteratura appoggiandosi alla storia. E viceversa.

Franco Boccadutri è riuscito, in questo libro, a ricucire storie, fatti, avvenimenti, personaggi di diverse provenienze sociali, intellettuali di chiara fama e autodidatta sconosciuti che li legavano la sete di libertà e democrazia e di giustizia sociale.

E "Luziu" era un autodidatta, formatosi nella clandestinità. "Nel libro ritrovava le ragioni della possibilità di piegare alla propria volontà le avversità e annullarle".

Caltanissetta viene bombardata e provoca oltre 300 morti.

E tra questi: "…Michele Calà, comunista con l'amore dei libri e bibliotecario del partito che cercò di salvare i libri che aveva in custodia e lì trovo la sua sofferenza e la morte. (…)Mostrava, il comunista Calà, come i comunisti avessero amore per la cultura, fino alla morte".

Un intero capitolo si occupa di "Politica e Cultura" sia a livello locale, tra i vari giovani intellettuali, tra questi Gino Cortesi e Leonardo Sciascia, all'epoca poco conosciuti, e tra Palmiro Togliatti e Elio Vittorini.

Polemica che determinò la fuoriuscita di Vittorini dal Partito, direttore della rivista "Il Politecnico". 


 Una polemica che non si è mai placata e di cui Franco Boccadutri ne dà ampia e documentata testimonianza.

Struggenti le pagine che affrontano il dibattito intorno a "Politica e Cultura" e alle sue conseguenze.

Non so se Franco Boccadutri sia a conoscenza di un libro scritto da Demetrio Vittorini, "Un padre e un figlio. Biografia famigliare di Elio Vittorini", con prefazione di Sergio Caratti, Salvioni editore, Bellinzona, 2000, pagg. 181.

Si chiede, e a giusta ragione, Demetrio Vittorini nell'Epilogo: "Cosa rimane oggi di quel mondo? Da un lato ci sono le opere di Elio scrittore, e la poesia di Montale e di Quasimodo, i romanzi di Pratolini, i saggi di Guarnieri, Bilenchi e Ferrata e tanta altra letteratura. Ma dall'altro lato, di Elio personaggio, cosa si ricorda? Le conversazioni, i viaggi, le discussioni politiche, le osservazioni acutissime su tanti argomenti di versi, e le partite a carte, le serate al cinema, Bocca di Magra e i giochi alle bocce, le passeggiate a Monte Marcello, i giochi dei mimi? E Elio attore? Il film di Castellani non si dà più da molti anni. "Le città del mondo" è stato trasmesso in televisione una sola volta. E cosa rimane degli Sgandurra e dei Vittorini, dei Quasimodo e dei Varisco? Ci sono dei discendenti che però non hanno vissuto l'esperienza di quei tempi. I più non sono stati neppure sfiorati dalla seconda guerra mondiale".

E proprio sul finire dell' anno scolastico, di qualche anno fa, un insegnante di scuola media a Modica, passando con una terza classe davanti alla casa, con lapide annessa, dove dimorò Salvatore Quasimodo chiese ai ragazzi: "Chi era Quasimodo?". Silenzio assoluto.

Ecco a me sembra che siano libri come questi di Franco Boccadutri e di Demetrio Vittorini, un'occasione, per amor del cielo, non l'unica, che aprono il cuore e la testa alla speranza di un futuro in cui la memoria, e la storia ridiventino grandi protagonisti.

 

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