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Evasione nel mirino del governo

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La Nota di Aggiornamento al DEF, in proseguo Nadef, approvata dal governo lunedì scorso, evidenzia entrate per 7 miliardi derivanti dal recupero dall'evasione, anche se, sono ben 109,7 miliardi le entrate tra imposte e contributi che mancano ogni anno all'appello nelle casse pubbliche. A certificarlo è la relazione sull'economia sommersa e non osservata che accompagna la Nadef.

La relazione di accompagnamento passa inoltre ad analizzare l'evasione tributaria per il 2017 evidenziando da un lato una riduzione in termini complessivi dell'evasione con il - tax gap - che scende dai 95,4 miliardi del 2014 a circa 90,8 miliardi nel 2017 (-4,6 miliardi), dall'altro, con un aumento del divario tra imposta dovuta e quella effettivamente versata che aumenta nel corso del 2017.

Analizziamo le direttrici principali su cui si indirizzerà l'azione anti evasione del governo.

Il piano triennale

Sono 31 i piani operativi già svolti dalla Guardia di finanza sul fronte delle grandi evasioni che hanno affinato le strategie per arginare le frodi. Azioni che si inseriscono nel Piano triennale anti evasione, con un particolare giro di vite su compravendite di prodotti petroliferi, concessionarie di autoveicoli e trader di titoli di efficienza energetica.

A fare da apripista sono state le analisi di rischio messe a punto da agenzia delle Entrate e Fiamme gialle alla base di una strategia di aggressione agli illeciti in materia tributaria. I verificatori si stanno focalizzando su quelle attività produttive che, stando ai riscontri, sono a maggiore rischio di evasione dell'Iva.

Prodotti petroliferi

Sotto la lente dei verificatori sono finite le compravendite di prodotti petroliferi dall'estero, che nelle pieghe dei contratti e delle documentazioni possono celare evasioni Iva. Guardia di Finanza e agenzia delle Entrate seguono degli alert specifici.

L'analisi delle varie società interessate agli acquisti sono un passaggio fondamentale: non di rado sono utilizzate le cosiddette società - cartiere -, delle vere e proprie scatole vuote, che per acquistare dall'estero prodotto petrolifero senza Iva emettono le cosiddette "dichiarazioni d'intento", documenti falsi che attestano lo status di esportatore abituale.

Per questo lo screening riguarderà anche tutta la documentazione pregressa delle società, tracciando la storicità dei vari acquisti di petrolio e olii minerali. Il Piano antievasione, inoltre, prevede una via agevolata per tracciare gli operatori coinvolti in questo tipo di transazioni. Ciò sarà ulteriormente rafforzato con la digitalizzazione della Dichiarazione accise semplificata (Das), che diventa così un alert generalizzato di irregolarità.

Autoveicoli dall'estero

Per i veicoli acquistati dall'estero si deve saldare l'Iva, pena l'impossibilità di immatricolare il veicolo. È nelle pieghe dei documenti depositati alla Motorizzazione civile che ci possono essere delle spie di evasione dell'imposta sul valore aggiunto.

Secondo modelli investigativi messi a punto, i concessionari potrebbero attuare uno stratagemma per non versare l'Iva: fanno risultare l'acquisto come svolto direttamente da un soggetto privato, il quale dichiara in sede di immatricolazione del veicolo che ha già pagato l'Iva nel Paese di provenienza del mezzo. Si tratta di operazioni truffaldine che consentono una totale evasione dell'imposta.

Efficienza energetica

I fari sono puntati sui trader dei titoli di efficienza energetica, certificazioni rilasciate dal Gestore servizi energetici per quelle imprese che abbassano i livelli di emissione.

Si tratta di documenti che possono essere regolarmente venduti a quelle società che invece non riescono a mantenere gli stessi standard. È in questa fase che il Fisco ritiene si possano nascondere delle evasioni Iva. Questi certificati sono acquisti da trader, che si occupano di gestire la vendita. Anche in questo caso l'analisi della struttura societaria dei trader potrebbe far emergere degli indicatori di irregolarità.

Gli investigatori hanno accertato, in più di un'occasione, che i trader costituiscono delle "cartiere" che immettono nel mercato i certificati bianchi a prezzi stracciati, proprio perché l'Iva è sottratta all'Erario.

Insomma un 2020 all'insegna della stretta alle frodi sfruttando sempre più gli incroci di big data e tecnologie digitali. Tempi duri per i soliti furbetti.

Meditate contribuenti, meditate.

 

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