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E le Donne continuano a morire. Barbaramente.

rizzo

"Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo", (Genesi 22);

Allora l'uomo disse:
"Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
perché dall'uomo è stata tolta", Genesi 23.

La narrazione di Adamo e Eva è ricca di rappresentazioni letterarie e teatrali che accompagna, l'uomo e la donna, nei millenni. Dalla loro comparsa sulla terra.

Una ricca descrizione ce la dà l'enciclopedia Treccani, on-line, '… a partire dal Medioevo, specie il teatro, ha tratto da Adamo e dalla sua leggenda i più ricchi motivi. […]; la figura di Adamo che compare in Paradise Lost (Paradiso perduto, 1667) di J. Milton (1608-1674)… Quello di Milton è un poema in dodici libri, il cui scopo è 'di giustificare all'uomo le azioni del Signore' mostrando che la punizione di Adamo ed Eva è giusta perché essi peccarono forniti di libero arbitrio, scegliendo deliberatamente il male invece che il bene. Il loro peccato consiste nell'avere disubbidito al divieto del Signore, non già nell'atto carnale, secondo la tradizione popolare, perché l'amore coniugale è prescritto dal Signore stesso, che istruisce Eva nei riti nuziali".

Certo c'è anche quella più semplice, che da bambini ci raccontavano, rigorosamente separati in diverse navate delle nostre chiese, le catechiste e i catechisti. Da una parte i bimbi e da un'altra parte le bimbe nei pomeriggi domenicali in cui si andava a "dottrina".

Poi da adulti abbiamo scoperto altre narrazioni, altre storie e abbiamo cercato argomentazioni per capire da dove nasce questa stramaledetta "supremazia" del maschio nei confronti della donna. 

E mentre registravamo i dati essenziali, che qua e là contenevano qualche indizio, scoprivamo che, forse, proprio in "virtù" di quel passaggio della Genesi, che descrive la donna come "carne" e "osso" del corpo di Adamo, c'è la traccia di tutto ciò che è successo dopo.

E' da quando la storia si interessa della comparsa dell'uomo sulla terra assistiamo ad un'accelerazione di azioni violenti nei confronti di persone, animali, ambienti.

L'uomo inizialmente si dedica alla conquista dello spazio vitale sterminando tutti gli animali che non sono "funzionali" al suo sistema di vita. Assegna ruoli e spazi rigorosi alle donne e agli animali "addomesticati".

Ma dopo. Cosa è successo dopo.

Quel dopo che sembra ognuno di noi abbia rimosso dalla sua visione collettiva credendo di aver "diritto" di vita e di morte su qualsiasi altro essere umano.

Quel"dopo" che fatica molto ad inserirsi in un contesto di vita civile e paritaria tra Uomo e Donna.

Quel dopo che finalmente ci permetta di capire il ruolo che straordinariamente ha avuto la Donna nella storia di ciascuno di noi e della nostra collettività.

Quel "dopo" che possa seppellire definitivamente quella tragedia quotidiana, all'alba del Terzo Millennio, fatta di numeri che indicano quante Donne sono state massacrate nelle ultime ventiquattro ore! E non solo in Italia.

Da una recente indagine Istat risulta (vedi grafico) che le violenze sulle Donne sono in netto aumento rispetto agli anni e ai decenni passati.

"Le donne vittime di omicidio volontario nell'anno 2018 in Italia sono state 133, lo 0,43 per 100.000 donne. Malgrado le cautele che le comparazioni internazionali richiedono, si può affermare che tale incidenza sia contenuta in rapporto al contesto europeo: tra i 22 Paesi dell'Unione europea per i quali si hanno a disposizione dati recenti, si osservano valori inferiori solo nel caso di Grecia e Cipro".

L'ultimo femminicidio, in ordine di tempo in Italia, è stato quello di Manuela Alves Rabacchi lo scorso 20 luglio di 48 anni, una transgender di origini brasiliane, e che si trovava da quattro anni in Italia. Lavorava come escort.

E' stata uccisa con più di cinquanta coltellate da un cliente occasionale al quale aveva prestato dei soldi.

E' il trentaquattresimo femminicidio in Italia dal mese di gennaio al 20 luglio.

Credo sia arrivato il momento di chiederci: Che fare? 

Una domanda che ci inquieta tenuto conto che questo tipo di violenza attraversa tutta la storia dell'umanità che fatica, e come fatica, a trasformarsi in Comunità.

E' una domanda che ci poniamo e non da oggi.

E non possiamo continuare a rivolgere lo sguardo altrove. Bisogna rendersi conto, finalmente, che dal nostro orizzonte, è scomparsa non solo la Luna, ma anche il dito che ci impediva di osservarla in tutta la sua grande bellezza. Tanto per parafrase un grande rompiscatole che si chiamava Aristotele!

Ogni qualvolta si consuma un femminicidio si levano, e a giusta ragione, grida di dolore e si propongono, il più delle volte, soluzioni tali da dimenticare il giorno successivo.

La Legge 15 febbraio 1996 n.66 recita: Norme contro la violenza sessuale. Una legge che modifica radicalmente il Codice Rocco del 1930 che preveda un atto riparatore dopo la violenza, il matrimonio per esempio, che cancellava lo stupro nei confronti della donna.

In qualche nota precedente ho suggerito un libro che, è un mio parere, andrebbe inserito come "libro di testo" nelle scuole medie e medie superiori: Autrici varie "Le leggi delle donne che hanno cambiato l'Italia", a cura della Fondazione Nilde Iotti, Ediesse edizioni., 2019.

Un libro, possiamo leggere nella quarta di copertina che ci indica:  "Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni -, l'Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l'Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe e i contenuti delle conquiste legislative dall'inizio della Repubblica alla conclusione dell'ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l'assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese". 

 

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