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Da oggi al via la ricetta elettronica, come funziona e i farmaci esclusi

"La vecchia ricetta va in pensione e cede il passo a tablet e computer".
E´ questo l´incipit del comunicato stampa con cui la FIMMF (Federazione Italiana dei Medici di Famiglia) ha illustrato le novità che, a decorrere dalla giornata di oggi, 1 marzo 2016, costituiranno una autentica rivoluzione copernicana con l´applicazione a regime della normativa sulla circolarità nazionale della ricetta dematerializzata.
Un termine, quello dell´1 marzo, a partire dal quale anche le farmacie dovrebbero essere nelle condizione di calcolare ticket e regime di esenzione vigente nella Regione di provenienza del cittadino.
La normativa che regola il processo della ricetta dematerializzata è contenuta in due provvedimenti legislativi e in un Decreto Ministeriale.
In primo luogo l´art. 11 della Legge 30 luglio 2010, n. 122 aveva previsto che “L’invio telematico dei predetti dati (delle ricette, n.d.r.) sostituisce a tutti gli effetti la prescrizione medica in formato cartaceo".
Con tale disposizione si era affermato che non c´era più bisogno della ricetta cartacea, essendo sufficiente inviare i dati.
In attuazione di questa prima norma, erano poi stati approvati il D.M. del 2 novembre 2011 concernente la "De-materializzazione della ricetta medica cartacea, di cui all´articolo 11, comma 16, del decreto-legge n. 78 del 2010 (Progetto Tessera Sanitaria)”.
Successivamente l’Agenda Digitale (decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito dalla legge di conversione 17 dicembre 2012, n. 221), all´art. 13 aveva dettato i tempi per l’attuazione del progetto prevedendo che le prescrizioni dematerializzate dovessero essere il 60% entro il 31 dicembre 2013, l’80% entro la fine del 2014 e il 90% entro il 2015.
Si è trattato quindi di un lungo processo che ha coinvolto farmacisti, medici, le rispettive organizzazioni di categoria, ASL, Regioni, Agenzia delle Entrate, INPS, Guardia di Finanze e altre istituzioni dello Stato, con il coordinamento della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) e attraverso il braccio operativo di SOGEI, società di ITC del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
La sua attenzione non è stata semplicissima, essendo stata rallentata da una serie di "blocchi informatici" ma adesso si può partire.
Da questo momento, quindi, per prescrivere un farmaco, un accertamento o una visita, il medico si collegherà a un sistema informatico, lo stesso visibile al farmacista.
Un processo, quindi, di semplificazione, ma che non è ancora di completa smaterializzazione. La ricetta elettronica non comporta infatti, nel nuovo regime, la abolizione del supporto cartaceo.
Il medico di famiglia, infatti, consegnerà ai propri pazienti un promemoria che questi, a propria volta, consegneranno al farmacista. Un promemoria che consentirà il recupero della prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o assenza di linea internet.
Si tratta, però, di una fase transitoria. Infatti, quando il nuovo sistema sarà a regime, la procedura sarà interamente paperless.
“Dietro i vantaggi della materializzazione si cela però un rovescio della medaglia”, spiega nel comunicato stampa della FIMMF il Segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia Giacomo Milillo. "Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant’altro dovremo verificare". Ed ancora: "Il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio nella velocizzazione delle procedure di ricettazione, e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che per il momento salvo eccezioni (Campania) dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa. In conseguenza di ciò il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti”. Da qui l´auspicio per una "semplificazione delle procedure, ancora possibile”.
Dietro queste criticità, ci sono tuttavia dei sensibili vantaggi, dal risparmio sulla stampa alla distribuzione delle vecchie ricette rosa e al controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari.
La FIMMF spiega anche come funziona, nel concreto, il nuovo sistema.
I medici, per effettuare una prescrizione, si connetteranno quindi dal proprio pc a un apposito portale: compilando la ricetta sullo schermo, identica a quella cartacea, un Nre (numero ricetta elettronica) sarà associato al codice fiscale del paziente, aggiungendo in automatico anche eventuali esenzioni. Il sistema genererà e stamperà quindi il promemoria, con il quale i pazienti potranno portarsi in farmacia. Con i dati presenti, attraverso i codici a barre stampati sul foglio A5, il farmacista recupererà la prescrizione direttamente on-line e consegnerà loro il farmaco richiesto.
Progressivamente, poi, sparirà anche la vecchia “fustella” da attaccare nei riquadri rossi, poiché anche se i codici della confezione sono inseriti direttamente sul pc, ancora non è stato possibile determinare un meccanismo che annulli il valore della fustella rispetto alla necessità di identificare e distinguere i farmaci erogati a carico del SSN da quelli che anche se erogabili vengono invece pagati direttamente dal cittadino. Il procedimento nei prossimi mesi si diffonderà anche per la prescrizioni di esami e visite specialistiche, visto che la ricetta elettronica sara’ accettata anche da cliniche, ambulatori e ospedali.
Attenzione, però, perché alcuni farmaci rimarranno esclusi dal nuovo regime, almeno in una prima fase.
Fino alla conclusione del prossimo anno (2017) saranno ancora esclusi dal nuovo sistema gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. La ricetta elettronica, in compenso, varrà in tutte le farmacie del territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate, per cui i farmaci potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di residenza.
Si tratta di una piccola rivoluzione, soprattutto per chi viaggia spesso o lavora lontano da casa, se si considera che fino ad oggi una ricetta di un medico sardo, ad esempio, non valeva oltre il Tirreno, e chi si trovava fuori casa era obbligato a pagare il medicinale per intero. Solo alcune regioni avevano previsto un sistema di rimborsi, per cui però erano necessari permessi speciali e lunghi tempi di attesa.
Ora, grazie al sistema tessera sanitaria le farmacie potranno applicare il ticket della regione di residenza dell’assistito: starà poi alle stesse regioni scambiarsi le informazioni sui medicinali prescritti e, quindi, procedere ai relativi rimborsi compensativi.

 

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