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Covid-19 si va verso il contact-tracing digitale per arginare il contagio

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Presto potranno essere utilizzate le app sugli smartphone per arginare il contagio del coronavirus. Lo ha dichiarato ieri la ministra all'Innovazione Pisano al Parlamento.

Secondo la consolidata tendenza dei dati degli ultimi giorni, il numero dei contagiati del covid-19, lentamente sta diminuendo. Per questo motivo ormai molti intravedono la luce in fondo al tunnel. Ciò però non vuol dire affatto che presto tutto tornerà alla normalità.

Il pericolo non è del tutto scongiurato, infatti il virus potrà ancora circolare ed annidarsi tra quanti ancora positivi continueranno ad avere contatti sociali con gli altri.

Per tale ragione la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiaramente detto che la priorità dei singoli Stati sarà quella di sviluppare la capacità di monitorare, isolare e trattare tutte le persone positive. In questo compito non facile di tracciabilità, un ruolo fondamentale potrà svolgere un'app, il contact-tracing digitale che è già stata sperimentata in alcuni paesi asiatici interssati dal covid-19 come la Corea del Sud.

Grazie alla tecnologia digitale si vuole mettere in piedi un enorme sistema di monitoraggio veloce ed efficiente che possa individuare i vari contatti della persona contagiata per spegnere sul nascere i nuovi focolai. 

 L'app che va installata sullo smartphone, permetterà di ricostruire in tempo reale tutti i contatti avuti dai contagiati, segnalare a tutti che nelle vicinanze c'è la presenza di contagiati e avrà inoltre la capacità di avvisare chi è stato già in contatto con il contagiato che così potrà sottoporsi al tampone. Con l'app si vuole agire d'anticipo sulla velocità con cui si diffonde il virus; ci si vuole organizzare per stroncare sul nascere i futuri focolai e la diffusione pericolosa del virus.

Tutto sembra essere già pronto per la "scesa in campo" dell'app sul contact tracing ed è per questo motivo che la Camera dei Deputati nella seduta dell'8 aprile scorso ha sentito l'esigenza di ascoltare sul punto la ministra dell'Innovazione Paola Pisano. Forti sono stati i timori sul rischio oggettivo di compressione di diritti e liberta' fondamentali che l'utilizzodell'app ha fatto nascere in questi giorni.

La Ministra, anche per mettere a tacere chi ha sollevato legittime perplessità su possibili insidie e sulle potenziali minacce contro la privacy ed il diritto alla riservatezza dei dati, ha detto al Parlamento che l'app sarà operativa solo se saranno rispettae sette condizioni.

Secondo la Ministra innanzitutto si richiederà "la volontarieta' della partecipazione". Poi il singolo soggetto dovrà ricevere la massima garanzia di trasparenza sulle caratteristiche del servizio che assolverà all'esclusiva funzione di perseguire finalita' di prevenzione sanitaria". Inoltre l'intero sistema di tracciabilità dovrà essere "gestito da soggetti pubblici". I dati raccolti e trattati "dovranno essere resi anonimi in modo da impedire l'identificazione dell'interessato". Tutti i dati in qualunque forma conservati, una volta utilizzati per gli scopi sanitari "vanno cancellati". Inoltre l'utilizzo dell'app dovà essere "considerata, effettivamente efficace sul piano epidemiologico ed infine il sistema dovrà adottare "misure tecniche che rendano al minimo i rischi di identificazione in ogni fase successiva ".

 Con la blindatura annunciata dalla ministra Pisano all'utilizzo dello strumento tecnologico nella lotta alla pandemia, ogni legittimo dubbio parrebbe essere stato chiarito.

Purtroppo è ancora presto per poter cantar vittoria, infatti altre minacce contro il diritto alla riservatezza e alla sicurezza dei dati sensibili si intravedono all'orizzonte. Ci riferiamo alla minaccia di malware che, secondo le ricerche e le scoperte di alcuni studiosi ed esperti del settore, i criminal hacker sono riusciti ad installare in alcune app android di contact tracing . La manipolazione degli smartphone da parte dei criminal hacker consentirà un controllo da remoto dei dispositivi danneggiati e quindi una pervasività nella sfera privata dei singoli che giustamente suscita legittime preoccupazioni.

In questa fase delicata nella lotta al coronavirus ogni strumento che si intenda utilizzare è ben accetto, purchè siano adottate tutte quelle misure precauzionali che servano ad evitare l'insorgeredi ulteriori problemi dovuti al diffondersi, questa volta, di altri tipi di virus

 

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