(ANSA) - ROMA, 17 FEB - L´intensità dell´associazionismo criminale non risparmia nessuna regione italiana: se è elevata nel Mezzogiorno, è stabile e forte nel Centro dell´Italia, in modo particolare in Abruzzo e Umbria, in alcune zone delle Marche, nel Grossetano e nel Lazio, per lo più a Latina e Frosinone. Al Nord il fenomeno è molto evidente in Piemonte, nell´Alto lombardo, nella provincia di Venezia e nelle province romagnole lungo la Via Emilia. E´ quanto emerge dell´Indice di Organizzazione Criminale (Ioc) elaborato dall´Eurispes nell´ambito del quarto Rapporto Agromafie con Coldiretti e l´Osservatorio sulla criminalità nell´agricoltura e sul sistema agroalimentare, che si fonda su 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l´intensità della criminalità in una data provincia. In Calabria e Sicilia si denota un grado di controllo criminale del territorio pressoché totale, al pari della Campania, riflettendo la forza di ´Ndrangheta, Mafia e Camorra - sottolinea il rapporto. Il grado di controllo e penetrazione territoriale della Sacra Corona Unita in Puglia, invece, pur mantenendosi elevato, risulta inferiore che altrove, così come in Sardegna. In Sicilia l´unica provincia non caratterizzata da un Indice Ioc alto è stata Messina, mentre sul restante territorio i valori sono molto elevati, in particolar modo nelle zone meridionali e orientali. Al di sopra della media nazionale dell´indicatore si collocano i territori lungo tutta la catena appenninica, sia in Meridione che in Italia centrale e lungo l´Appennino tosco-ligure. Sia pur con livelli inferiori alla media nazionale, la provincia di Roma ha un livello di indicatore medio-alto, mentre è medio-basso nella maggior parte delle province del Centro e Nord Italia, quali Genova, Torino, Firenze, Milano, Bologna e Brescia. (ANSA).
Fonte: Ansa Legalità
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