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Coa Lecce, Altavilla: "Dico basta a generalizzazioni malevole e sessiste, mele marce ma avvocatura corretta"

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Mentre va avanti l'inchiesta dell'autorità giudiziaria che ha portato emissione di un provvedimento cautelare nei confronti di un pubblico ministero del locale tribunale, del quale ci siamo ampiamente occupati, si registrano le dichiarazioni del presidente dell'Ordine degli Avvocati Roberta Altavilla, orientate a stemperare, per quanto possibile, ogni generalizzazione nei confronti della magistratura ma, soprattutto, nei confronti delle avvocate intese come genere. Una presa di posizione che condividiamo totalmente.

 "Si è creato purtroppo, uno stato di malessere generale e di sospetto da parte della pubblica opinione, non solo nei confronti della magistratura, ma anche degli avvocati, intesi come categoria, e soprattutto delle avvocate, intese come genere. Tale ombra fosca, estesasi su una professione esercitata dalla massima parte delle iscritte e degli iscritti all'Albo forense, con grande senso del dovere, correttezza e dignità, deve dunque essere immediatamente diradata e il campo sgomberato da ogni forma di generalizzazione, che nuoce non solo all'ambiente giudiziario, ma a tutto il sistema". 

Intervistata da un quotidiano locale, Lecce news, la presidente dell'Ordine riferendosi a una serie di commenti di carattere  ingiustamente denigratorio e inammissibilmente sessista e lesivo della dignità delle donne apparsi sui social a seguito della vicenda che ha condotto all'arresto del Pubblico Ministero  Emilio Arnesano e ad ipotizzare gravi reati nei confronti di alcune avvocate e avvocati, ha proseguito: "Ci si domanda a chi giovi tutto questo e se davvero si aiuti la Giustizia a fare il suo corso e a scoperchiare, dove tanto dovesse risultare provato, un malaffare che va stroncato, restituendo decoro alla funzione giudiziaria, mortificata indubbiamente da eventi di tale portata.

E, tuttavia, il diffuso giustizialismo appare davvero preoccupante, tanto più quando l'aspetto che parrebbe interessare maggiormente, è il rapporto sesso/potere, dove si offre una immagine della donna professionista, soprattutto se indossa una toga, pronta a tutto pur di fare carriera.

Non si vuole qui dipingere un quadro idilliaco della società, né del mondo giudiziario, in cui le storture e gli aspetti patologici talora esistono, e spesso sono stati evidenziati o segnalati dalla stessa Avvocatura, ma proprio perché non fisiologici, sono ristretti a esigui numeri e non possono essere estesi a tutti coloro che svolgono la medesima attività o professione, come se il marcio possa contaminare tutto"

"La dignità dell'Avvocatura, così come quella della Magistratura – conclude – non può e non deve essere messa in discussione da un pur grave fatto di cronaca, se si vogliono rispettare i principi imposti dalla nostra Costituzione, a cui tutti hanno il dovere di ispirarsi, non solo a parole. Tuttavia, qualora dovessero essere accertate delle responsabilità a carico di alcuni avvocati, l'Ordine non si sottrarrà a trarne le conseguenze e ad assumere le iniziative che gli sono proprie, respingendo però le derive giustizialiste che spazzano insieme, il buono con il cattivo e spesso travolgono anche chi le sospinge, in mala o in buona fede".

 

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