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Cassa Forense: o si riforma o confluirà in INPS

ROSA_3x2 Paolo Rosa

Abbiamo già fornito due dati inequivocabili.

Il primo: il rapporto tra contributo medio e pensione media è pari, in Cassa Forense, a 4,26 il che significa che paghi 1 in contributi e, mediamente, porti a casa una prestazione superiore per 4,26.

Il secondo è il Funding Ratio ​​​al 31.12.2016 (importi in milioni di euro)

Patrimonio                 

11.085,9

Valore degli Oneri

38.639,2

Funding Ratio

32,6%

A me pare evidente che con questi dati il futuro della previdenza forense non è tranquillo nel senso che, o si Riforma o forse conviene rientrare all'INPS apportando denaro fresco per 11.085 miliardi di euro ma scaricando un debito latente di 38.639,2 miliardi di euro in cambio della garanzia finale dello Stato italiano. 

La situazione si è enormemente complicata per l'aumento, con progressione quasi geometrica, dei crediti di Cassa Forense verso gli iscritti e per un numero crescente di iscritti attinti dall'INPS attraverso l'operazione Poseidone.

Come giustamente ha scritto sui social la Collega Milena Liuzzi di Taranto: «la questione della Gestione Separata INPS che ha riguardato tanti avvocati, non può essere risolta nelle aule di Tribunale, ma richiede un intervento politico, al fine di evitare sia disparità di trattamento tra chi ha impugnato e chi non lo ha fatto e tra coloro che abbiano beneficiato di provvedimenti favorevoli e chi no.
La Cassazione si è infatti espressa sfavorevolmente in alcuni casi, gettando nello sconforto coloro che sono rimasti coinvolti.
Forse non è ancora troppo tardi per tentare la strada legislativa, abbandonando quella erta e costosa delle sedi giudiziarie».

Cassa Forense ha quindi bisogno di un intervento riformatore complessivo oppure di qualcuno che, numeri alla mano, decida di rientrare all'INPS.
Questo articolo scatenerà, ovviamente, molte polemiche di chi si batte per l'autonomia stante la specificità dei professionisti, ma io ritengo che in previdenza, più che al cuore, si debba guardare con realismo ai numeri che dicono come, mediamente, le pensioni erogate da Cassa Forense siano molto generose perché non finanziate in tutto dalla contribuzione versata e che il patrimonio di garanzia, sia pure notevole, non è in grado di coprire e quindi garantire le promesse pensionistiche in corso.

Ricordo che il nuovo Governo, nel discorso d'insediamento, ha preannunciato​​ interventi sulle pensioni retributive di importo superiore a € 5.000,00 netti mensili per la parte non finanziata dalla contribuzione versata.
In Cassa Forense le pensioni sono inferiori a questa soglia ma il principio di una revisione delle pensioni retributive, per la parte non finanziata dalla contribuzione versata, torna di attualità.
Dunque ci sono due strade possibili da intraprendere: l'inerzia sarebbe molto pericolosa.
Dal 24 al 28 settembre p.v. si terranno le elezioni per il nuovo Comitato dei Delegati ed io voglio sperare che possano essere eletti Colleghi e Colleghe, giovani, non pensionati e lungimiranti sia in previdenza sia in finanza.

 

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