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"Ministro, la scuola è di tutti, non vada a Verona". Lui: "Se uno mi invita io accetto". Insegnanti: "Dimissioni"

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Il ministro dell'Istruzione Bussetti parteciperà come relatore al Congresso Nazionale della Famiglia, e lo farà, in quanto lui stesso ha detto, in quanto invitato, dunque per mera cortesia. Una risposta che ha lasciato di stucco sia Francesco Polidori, il segretario nazionale FNC, che gli aveva scritto una lettera aperta che pubblichiamo invitandolo a non partecipare come relatore al congresso dato il suo ruolo istituzionale estremamente delicato, sia moltissimi insegnanti che nei social hanno ironizzato sulla risposta del ministro.

Ma ecco la lettera aperta e poi la replica:

"Gentile Ministro, 

abbiamo atteso fino all'ultimo che qualche agenzia di stampa battesse la notizia della sua rinuncia a presenziare come relatore al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona. Ma così non è stato.

Ci permettiamo di consegnarLe alcune riflessioni, nella speranza che, come il presidente dell'Istat Blangiardo, anche lei possa arrivare alla decisione di non ritenere opportuno associare il suo nome ad una manifestazione, libera in democrazia, ma prettamente connotata.

Lei ha giurato sulla Costituzione, è una figura di grande rilievo, è garante del sistema istruzione della Repubblica, è di riferimento a milioni di studenti, di lavoratori del settore della conoscenza, di famiglie. È innegabile che l'interesse che suscita ogni Suo discorso e ogni Sua posizione sia riflesso, nel bene e nel male, nel potere del Suo ruolo e nella generalità di chi direttamente o indirettamente è in rapporto con il Suo Ministero. Parliamo di scuola e pensiamo al principio fondante che la definisce nella Carta costituzionale: quello di essere aperta a tutti i cittadini che hanno uguali diritti e pari dignità sociale. La società così intesa, che promuove lo sviluppo di ogni persona umana, non deve frammentarsi mettendo in discussione i diritti fondamentali delle minoranze e non può contrapporsi a chi ha valori laici nella stessa comunità.

I diritti dei bambini sono quelli di cui uno Stato evoluto come il nostro deve farsi carico, a partire dal loro accesso generalizzato e gratuito all'istruzione, in un contesto che assicuri salute, serenità, equilibrio, prospettiva di futuro. Ovviamente con altre misure strutturali, di investimento e di sostegno alle famiglie, affinché siano autenticamente rimossi gli ostacoli di un destino ereditato senza colpe.

Ma le famiglie che portano a scuola i bambini non sono quelle "solo" naturali, eterosessuali e unite nel matrimonio, eppure delegano la formazione di ciò che hanno di più caro al mondo a quel sistema che lei amministra nel Suo dicastero, condividendo i principi di libertà e di ricerca dell'insegnamento, insieme a quello della solidarietà, dell'integrazione contro ogni forma di pregiudizio e marginalizzazione. Tutto ciò sembra in contrasto con quanto esprimerà il palcoscenico di Verona, dove Le chiediamo fermamente di non andare, per questo e un altro motivo, non meno importante.

Condividere una ribalta con chi sostiene un'immagine arcaica della donna, relegata ad un compito prioritario di moglie e madre, è un'offesa per tutte le donne lavoratrici che come FLC CGIL rappresentiamo. Le docenti sono più dell'80% del totale, e la storia recente ci insegna che la professione-insegnante ha costituito un tassello fondamentale dell'ingresso al mondo produttivo del genere femminile nel momento di massimo sviluppo del nostro Paese, coincidente con la ripresa post-bellica. L'occupazione generalizzata delle donne ha segnato l'evoluzione sociale ed economica dell'Italia, marcando contestualmente anche il fenomeno del boom demografico degli anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso.

Questo passaggio non si può ignorare, come vorrebbe la testimonianza di molti relatori che saranno presenti al Congresso, perché vuol dire rimuovere gli accadimenti e diffondere una nuova narrazione strumentale per finalità politica.

Sacrificare il ruolo partecipativo femminile invocando la preistoria dei diritti "per proteggere la nazione dalla denatalità" è argomento che ci tiene, noi FLC CGIL, eticamente e ideologicamente lontani dall'evento di Verona, nel nome della scuola e della cornice istituzionale che crediamo essa meriti".

Una lettera a cui il ministro ha indirettamente risposto confermando la propria partecipazione ma specificando di non andare a parlare da ministro dell'Istruzione: "Non vado a parlare in nome della scuola. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, se uno mi invita a partecipare a convegni io accetto, vado, espongo una mia idea. Il tema che esporrò è su come può essere migliorato il rapporto tra la scuola e la famiglia. Non significa sposare certe idee o discriminarne altre. Come Marco Bussetti ho una mia idea di famiglia e me la tengo per me. Quello che conta è l'amore e che i ragazzi crescano in un ambiente dove sono voluti bene". 

Intervento che ha suscitato nei social l'ironia di molti, in particolare insegnanti: "Il ministro va ad un convegno solo in quanto invitato senza neppure badare all'identità di chi lo organizza? Ma siamo su Scherzi a parte?"

 

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