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Bonafede agli universitari: "puntate sul merito e non sulle scorciatoie, corruzione prima nemica"

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 "L'Italia può andare a testa alta perché finalmente si è dotata di norme innovative e all'avanguardia a livello internazionale sul fronte del contrasto alla corruzione, dall'inasprimento delle sanzioni, alle previsioni sulla collaborazione, dal potenziamento degli strumenti investigativi alle misure per la trasparenza dei finanziamenti alle forze politiche. Come ha riconosciuto chiaramente anche la Commissione europea nelle proposte di Raccomandazioni sull'Italia, negli ultimi tempi abbiamo compiuto importanti passi avanti grazie alla normativa sul whistleblowing, al rafforzamento del ruolo dell'Anac e alla nostra legge anticorruzione. Molto resta ancora da fare ma la lotta al virus corruttivo è per noi un'autentica priorità. Colpire la corruzione significa estirpare un fenomeno che inquina alla radice il nostro sistema economico e produttivo. Combattendo la piaga sociale e culturale della corruzione lo Stato protegge gli imprenditori onesti, che operano all'interno delle regole. Ai giovani che stanno studiando immaginandosi come futuri magistrati dico di scommettere sulla meritocrazia, sulla loro capacità e non sull'appartenenza a questa o quella corrente".

Così il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, è intervenuto al Business Integrity Events, un convegno su etica, legalità e contrasto alla corruzione organizzato da Transparency International Italia in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

Bonafede ha ricordato, inoltre, i risultati raggiunti sul fronte investigativo grazie alle modifiche introdotte dalla Spazzacorrotti: "Le cronache di questi giorni dimostrano l'utilità dell'utilizzo dei trojan, i captatori informatici, per molte inchieste su casi di corruzione. La criminalità utilizza le nuove tecnologie e lo Stato non può rimanere indietro in questa sfida cruciale".

Un ulteriore passaggio dell'intervento del Guardasigilli ha riguardato il principio della certezza della pena: "Chi sbaglia finalmente paga. Dando un segnale molto forte, abbiamo equiparato la corruzione ai reati di mafia e terrorismo. Quelli di natura corruttiva sono reati gravissimi. Per i colletti bianchi che sbagliano non ci sarà più la possibilità di farla franca. Questo cambiamento rappresenta, inoltre, uno stimolo molto forte alla collaborazione e un potente deterrente rispetto al rischio di prosecuzione dei patti corruttivi. Abbiamo scelto di incidere sulle pene accessorie: un imprenditore che paga una mazzetta non rischia solo la reclusione ma anche di non avere più nulla a che fare con la pubblica amministrazione grazie al Daspo ai corrotti. La politica può recuperare credibilità solo se si impone un livello altissimo di trasparenza: è quello che abbiamo voluto fare con le norme sui finanziamenti ai partiti e alle fondazioni collegate. Tutti i flussi verso le forze politiche saranno tracciati. Con l'obbligo di trasparenza nelle candidature, con tanto di pubblicazione di certificato penale e curriculum, i partiti sono sollecitati a non candidare persone già macchiate da precedenti penali e i cittadini sapranno realmente a chi può andare il loro voto".

Bonafede si è, infine, concentrato sulle ulteriori iniziative in cantiere: "Il prossimo passaggio sarà la legge sulle lobby e sui loro rapporti con i politici. Altrettanto necessaria è una legge sul conflitto d'interessi. Fondamentale è, poi, lavorare sui tempi del processo. Un'esigenza che sta a cuore al mondo delle imprese. La durata del processo, un elemento cardine di tutela dei diritti, non deve essere di ostacolo all'attività dei nostri imprenditori".

Fonte ufficio stampa Ministero Giustizia

 

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