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Bari, Il calvario di magistrati, avvocati e cittadini: dispersi in 7 sedi, niente toghe per il caldo torrido

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Comune, Agenzia del Demanio e Provveditore delle opere pubbliche erano stati convocati dal Ministero della Giustizia alla fine di maggio, per una seduta importante, poi slittata, a causa del sopraggiungere delle elezioni amministrative baresi, ad altra seduta. Ma anche questa, che avrebbe dovuto tenersi il 28 giugno, è stata inaspettatamente rinviata per ragioni logistiche. Non ha fine il calvario di magistrati, avvocati ed operatori giudiziari del barese, che, insieme a decine di migliaia di cittadini, utenti della giustizia, sono ancora oggi, nonostante le rassicurazioni del ministro e dell'entourage di via Arenula, costretti a fare la spola tra ben 7 sedi di uffici giudiziari, quelle che sono state provvisoriamente reperite dopo la dichiarazione di inagibilità della sede centrale lo scorso anno. Tutto avrebbe dovuto risolversi in tempi rivoluzionari, per lo meno rispetto a quelli biblici a cui sono da sempre abituati gli italiani, ma così non è stato. Ed ora, con il caldo straordinario di questi giorni, monta la protesta. Perché in alcuni uffici il termometro schizza talmente in alto che è impossibile lavorare. Impossibile tenere le udienze con indosso le toghe. Obbligo, questo, che infatti è saltato, con un decreto del presidente. E ieri un articolo del Corriere del Mezzogiorno riferisce di una presa di posizione del presidente delle camere penali, che censura i ritardi del ministero.

«Non si riesce a capire come mai il ministero della Giustizia continui a non inviare al sindaco la bozza del protocollo d'intesa sull'edilizia giudiziaria. Se era già pronto per essere firmato il 28 maggio scorso, a quasi un mese da quella data e a seguito dell'ennesimo rinvio, è incomprensibile perché la città non debba sapere ancora cosa contenga». Il presidente della Camera penale di Bari, Gaetano Sassanelli, usa toni forti, e d'altra parte la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti.

Il Presidente delle camere penali, Intervistato dal quotidiano, se la prende quindi con il ministero, ma in qualche modo risparmia il sindaco. «Decaro si sta spendendo moltissimo su questo fronte, ne va dato atto». «Allo stesso tempo ritengo sia doveroso da parte sua fare sapere al ministro che quello che il dicastero sta seguendo è l'approccio sbagliato: non si può pensare di invitare la massima autorità cittadina per la firma di un protocollo il cui contenuto è ignoto. Il Ministro del resto non è un interlocutore che si è guadagnato la fiducia di questa comunità al punto da poter pensare di farsi firmare cambiali in bianco. Inoltre prima che una questione di merito, ne faccio una di metodo semplicissima. Con questo modo di procedere, Bonafede non rispetta il Sindaco e, di conseguenza, tutta la cittadinanza. E poi vorremmo risposte certe sui tempi di aggiudicazione dei lavori. Nessuno ha la presunzione di conoscere già oggi i tempi per realizzare il Polo unico, le variabili sono tante, lo sappiamo, ma pretendiamo almeno di sapere quando si prevede sarà aggiudicato il progetto qualunque esso sia. La misura è colma, la pazienza è finita».

 

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