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Bonus autonomi: approvato il decreto attuativo.

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Definite con decreto interministeriale (ministero del Lavoro di concerto con quello dell'Economia) le modalità ed i requisiti di accesso all'indennità una tantum per l'anno 2022 ai lavoratori autonomi ed ai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103. 

Come tutti già sanno, l'art. 33, comma 1, del Decreto aiuti (Decreto-legge 50/2022 convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2022, n. 91) ha sancito l'istituzione di un fondo per l'indennità una tantum ai lavoratori autonomi ed ai professionisti: si tratta del Fondo per il sostegno del potere d'acquisto dei lavoratori autonomi, con dotazione finanziaria di 500 milioni di euro per l'anno 2022, finalizzato a sostenere "il potere d'acquisto dei lavoratori autonomi e dei professionisti conseguente alla crisi energetica e al caro prezzi in corso".

Il Decreto Aiuti, ha gettato le basi per l'indennità una tantum, ma ha demandato ad un successivo decreto attuativo il compito di definire le modalità ed i requisiti di accesso al bonus.

Il nuovo decreto interministeriale, attualmente all'esame del MEF, fissa innanzitutto le caratteristiche dell'indennizzo, dichiarando che è esentasse, incedibile ed impignorabile. 

Differentemente da quanto avviene per pensionati e lavoratori dipendenti, il sussidio verrà corrisposto non automaticamente, bensì previo invio di una domanda, da presentarsi all'Inps o alla Cassa di previdenza di appartenenza.

Gli enti richiesti procederanno all'erogazione del bonus seguendo l'ordine cronologico delle istanze presentate e accolte, una volta verificato il possesso dei requisiti necessari per esser ammessi al beneficio.

A beneficiare dell'indennità saranno gli autonomi iscritti alla gestione separata (articolo 2, comma 26, legge 335/1995) esclusi i co.co.co, i professionisti iscritti alle Casse di previdenza private, gli artigiani ed esercenti attività commerciali, i coltivatori diretti, mezzadri e coloni, gli imprenditori agricoli a titolo principale, i pescatori autonomi, della piccola pesca marittima e delle acque interne.

Gli appartenenti alle categorie appena elencate, però, potranno beneficiare dell'indennità solo se nell'anno 2021 hanno avuto un reddito complessivo inferiore a 35.000,00 euro. 

Secondo quanto precisato nel decreto, sono esclusi dal computo del reddito personale assoggettabile ad Irpef, i trattamenti di fine rapporto, il reddito dell'abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

L'indennità una tantum non è stata accolta molto favorevolmente dalle categorie interessate, perché di entità così modesta da non controbilanciare affatto gli aumenti causati dalla crisi energetica ed il caro prezzi in corso, così come preannunciato nel preambolo del decreto aiuti.

A destare preoccupazioni è anche il limite di spesa di 500 milioni di euro globali previsti per l'istituzione del fondo, perché, considerata la vastità della platea dei potenziali destinatari del sussidio, le risorse messe a disposizione dal decreto Aiuti, potrebbero non essere sufficienti a coprire le richieste.

Per questo motivo, molti intravedono già all'orizzonte lo spettro di un possibile click day, prospettiva, questa, che suscita malessere e dubbi tra le categorie interessate dalla misura.

Intervenuto sul tema, il Presidente dell'ANC Marco Cuchel ha diramato il 18 luglio scorso un comunicato in cui si legge: "Tralasciando le considerazioni su una misura che poco risolve rispetto alle problematiche che affliggono la nostra professione…………noi, non solo non abbiamo la certezza di poter accedere ad un beneficio che ci spetta, ma dobbiamo essere anche sottoposti alla forca caudina del click day, che, oltre a togliere tempo a tutte le incombenze telematiche del periodo, ci costringe ad una corsa che lede la dignità di una professione".

L'amarezza dell'intera categoria forense ha invece trovato sfogo nelle affermazioni del Presidente dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati, Francesco Paolo Perchinunno, che ha definito l'indennità una tantum come l'ennesima presa in giro del Governo che "dopo il decreto per l'esonero contributivo, che prevedeva un fondo iniziale di 2,5 miliardi di euro e in cui sono stati spesi meno di 200 milioni circa……..continua ad ignorare le richieste dei professionisti italiani destinando un contributo di 200 euro per tutte le partite Iva" che, dice il Presidente AIGA, "sa molto di mancetta". 

 

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