Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Andrea Gianinazzi “L’uomo che vive sui treni” Racconti ferroviari

rizzo

 Andrea Gianinazzi, classe 1952, si gode la sua meritata pensione a Tesserete, una amena località della Svizzera italiana e dove ho insegnato per quindici anni, fino al 1999, nella scuola media locale. Sono stato anche insegnante di uno dei suoi due figli.

Ha studiato filosofia all'Università di Bologna e, rientrato dopo gli studi in Svizzera, si è occupato di problematiche sociali in difesa delle consumatrici. Ha diretto anche "La Borsa della spesa", un periodico dell'Associazioni consumatrici della Svizzera Italiana.

"L'uomo che vive sui treni", Armando Dadò editore, Bellinzona (Svizzera) 2012, è la seconda pubblicazione di Gianinazzi.

Un libro molto interessante che ci fa vivere intensamente le scelte di persone "… che vivono sul treno e nelle stazioni. Usano la pensione o l'AVS, (la rendita della "vecchiaia) per acquistare un abbonamento generale: costa meno dell'affitto di un appartamento e, poi, non c'è il riscaldamento da pagare, la luce, la noia e il grigiore dello stesso quartiere. Parti la mattina, dormi in stazione e ti rimetti in viaggio il giorno dopo. Le stazioni offrono di tutto: pasti caldi, scambi, informazione, possibilità di lavarsi, anonimato, contatto, incontri…"

 "Otto racconti come otto capitoli di un'unica storia, quella di un vagabondo che vive sui treni e che incontra le storie di altre persone e ne è spettatore. Solo il primo racconto e l'ultimo appartengono alla sua storia: quella di un treno di deportati che finisce su un binario morto perché la guerra è finita e quella della sua tragica fine su un treno sul quale era salito per sbaglio e sul quale prende coscienza del senso della propria esistenza. Tra questi due estremi le storie ordinarie di altre persone: il verificatore della linea ferroviaria che una volta alla settimana percorre una lunga galleria alla ricerca di eventuali danni, il pensionato che passa le proprie mattine alla stazione e guarda la gente arrivare e partire, la donna che raggiunge l'ex marito per definire i dettagli del divorzio, il capotreno che sta per andare in pensione e che accompagna per l'ultima volta un pesante merci attraverso le Alpi, lo studente di logica che si trova inguaiato in una questione di droga e il camionista che perde, in una notte di bufera, il suo veicolo e un collega", come possiamo leggere sulla quarta di copertina.

La prefazione del prof. William Spaggiari, dell'Università degli studi di Milano, ci introduce nel mondo dei treni con una disamina sui rapporti che la letteratura ha con i treni: da Enotrio Romano all'anarchico Pietro Gori, dal cantautore Francesco Guccini con la sua celeberrima 'La locomotiva' a Emilio Praga, da Pirandello a Giovanni Pascoli, da Italo Svevo a Italo Calvino, da Eugenio Montale a Giorgio Caproni. Una carrellata di Autori che ci introduce nel clima "ferroviario" di quest'opera molto interessante.

Questo è un libro pieno di sorprese

E un buon aiuto, per inquadrare bene gli scenari in cui saremo coinvolti durante la lettura, bisogna leggere gli otto punti del "Post scriptum" da pag.131 a pag.136.

Nel mondo delle api, per esempio, troveremo bellissime pagine in questi racconti, una descrizione lirica dei metodi di impollinazione, di accoppiamenti tra l'ape regina e i suoi sudditi.

Un argomento che interessa il primo capitolo, "Lo sciame": "La regina vergine lascia l'arnia per il suo volo nuziale in una bella giornata di sole e senza vento tirandosi dietro, tutti i maschi della zona: i fuchi. Solo alcuni fuchi arriveranno ad accoppiarsi con lei i migliori, i più forti, ma anche i più sfortunati perché, dopo l'accoppiamento, muoiono. Per gli altri, altre possibilità, prima che, diventati inutili vengano cacciati e lasciati morire sui predellini di volo".

E poi ci sono le arnie di due tipi, che troveremo nel tragitto del treno che porta al confine. Quelle stanziali ma anche di quelle "… ad armadio sono di solito accatastate all'interno di una baracca o di un riparo. Qualche volta questi ripari diventano veri e propri chalet curati nei minimi particolari e pulite come case pulite".

Gli otto capitoli si leggono tutto d'un fiato, grazie ad una scrittura scorrevole e leggibile, diretta e molto puntuale nella descrizione di fatti e avvenimenti.

Descrizioni puntigliose, sulle gallerie, sulle stazioni ferroviarie, sulle città e sui ferrovieri e, in modo particolare, sui ferrovieri che una volta la settimana, dovevano controllare di notte se durante il tragitto ci fossero elementi di pericolo, prima che passassero i treni.

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

Nessun conflitto d’interessi se si condivide lo st...
Infedeltà coniugale, addebito: quando è sufficient...

Cerca nel sito