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Coltivare marijuana in casa? Illecito penale, anche se uso è personale e quantità modica

Moscuzza

 

Coltivare marijuana in casa, anche per il solo uso personale, e a prescindere dalla quantità, costituisce un illecito penale.
Questo il verdetto della VI sez Penale della Corte di Cassazione emesso con sentenza n. 43849/17 e depositata il 22 settembre.
 
L´imputato veniva condannato per aver coltivato in casa ben 40 piante di marijuana, nonché per la detenzione di 21 grammi di marijuana e 3,3 di hashish rinvenuti in appositi contenitori.
Il giudice d´appello sulla base degli esiti dell´indagine tossicologica, accertava che la quantità di hashish e marijuana nei contenitori era modesta e così riduceva la pena concedendo la sospensione condizionale e la non menzione.
 
I giudici di piazza Cavour, cui la difesa faceva ricorso sulla base di un´unica motivazione, vale a dire il mancato riconoscimento della minima offensività della condotta, sottolineando la destinazione personale della droga, hanno dichiarato il ricorso inammissibile condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
 
La ricostruzione delle condizioni nelle quali l´imputato svolgeva tale attività, ha permesso ai supremi giudici di giungere a tale conclusione.
E infatti, il nostro imputato era fornito a dovere di strutture per coltivare in modo continuativo la sostanza stupefacente. L´apposita costruzione di serre con lampade e un sistema di ventilazione, il bilancino elettronico, e il materiale per fumare, lasciava intendere che una tale struttura difficilmente fosse stata pensata per il soddisfacimento solo personale, e che poco credibile fosse l´ipotesi della occasionalità della condotta.
 
Invocando uno stabile orientamento giurisprudenziale, la Cassazione ha confermato che coltivare sostanze stupefacenti, anche per il solo uso personale e in maniera indipendente dalla quantità del principio attivo prodotto, è una condotta illecita e pericolosa. (cfr. Sez. U. n. 28605 del 24/04/2008, Di Salvia, Rv. 239920).
 
Di fatti, tale condotta posta in essere in una struttura di tali dimensioni e in modo continuato, facilita l´aumento dei quantitativi di droga, "incrementa le occasioni di spaccio e il mercato degli stupefacenti fuori dal controllo dell´autorità". Per tale ragione è idonea ad attentare al bene della salute dei consociati.
 
Palese, pertanto, l´intenzione del legislatore che, considerando offensiva la sola coltivazione domestica, e quindi punendola, ha voluto anticipare notevolmente la tutela penale del b.ene giuridico protetto, ad uno stadio precedente il pericolo concreto.
 
Scritto da Dott.ssa Paola Moscuzza
 
 
 
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