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Quel 29 luglio che uccisero il giudice Chinnici

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 Lui era il Giudice Rocco Chinnici. Fu ucciso a Palermo il 29 luglio 1983 dai mafiosi di Cosa Nostra, contro la quale si era apertamente schierato.

Chinnici fu un uomo esemplare. Semplice e schietto, il suo viso ricordava la Sicilia contadina, pulita, e i suoi occhi esprimevano il suo patrimonio morale: una grande bontà d'animo, intuito e intelligenza, e una straordinaria fermezza.

Non solo un grande uomo, Rocco fu anche un Magistrato esemplare, inarrivabile: "Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi" - Sue parole - "fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai".

Paolo Borsellino disse di Lui: "Né la generale disattenzione né la pericolosa e diffusa tentazione alla convivenza col fenomeno mafioso, spesso confinante con la collusione , scoraggiarono mai quest'uomo, che aveva, come una volta mi disse, la "religione del lavoro".

Il Suo ricordo guidi i nostri passi e orienti le nostre azioni.

 

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