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Decreto Rilancio: Protestano i professionisti esclusi dagli aiuti

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 Protesta degli avvocati e degli altri professionisti per essere stati esclusi dal bonus del mese di maggio e per non essere stati inclusi tra i beneficiari degli aiuti a fondo perduto.

Lo hanno fatto rilevare con ufficiali comunicati inviati al Governo la Confprofessioni e altre associazioni rappresentative dei liberi professionisti come il CUP (Comitato Unitario Permanente degli Consigli e degli Ordini Professionali e Reti Professioni Tecniche.

I professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria, protestano perché secondo il testo del Decreto Rilancio, non sono  stati inclusi tra le misure in favore dei lavoratori autonomi, pertanto si sentono discriminati e chiedono pari dignità.

Nello specifico si chiedono per quale inspiegabile motivazione un qualsiasi lavoratore autonomo (artigiano, commerciante e titolare di partita iva in genere) che nel mese di aprile 2020 abbia subito un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019, ha diritto ad ottenere un contributo a fondo perduto pari fino al 20 % della perdita, mentre un avvocato, ingegnere, ragioniere o un qualsiasi altro libero professionista non dovrebbe ottenerlo? Forse che l'emergenza sanitaria con il lockdown durato per oltre 2 mesi non ha duramente colpito il mondo delle professioni? Si ricorda a tutti che per quanto concerne l'avvocatura, la sospensione dell'attività giudiziaria è durata fino all'11 maggio e che di fatto, tranne per i casi di urgenza, la trattazione delle udienze è stata rinviata nei mesi autunnali ed invernali. Lo sanno bene gli avvocati che in questi giorni si vedono piovere nelle proprie caselle di posta elettronica in continuazione le pec delle cancellerie che comunicano i rinvii delle udienze.

E poi altra amara sorpresa, per quel poco che poteva valere, è stata la esclusione dei professionisti iscritti alle Casse c.d. private dalla misura del bonus dei 600 euro per il mese di maggio.

 E'stata una svista? Una dimenticanza? Un mero errore? Non è dato sapere. Sappiamo solo che tutto questo era possibile evitarlo e che adesso speriamo che il Parlamento, in sede di conversione del decreto legge, possa porre rimedio. Questo stanno chiedendo con forza tutti i professionisti.

Il CUP che rappresenta tutti gli ordini professionali nel comunicato ufficiale diffuso dichiara "Ci batteremo per modificare questa norma e affinché ci sia un'equiparazione tra le misure per le imprese e quella per i professionisti. Gli Ordini e i Collegi professionali chiedono al Governo un intervento per sanare questa evidente disparità di trattamento".

Dalle indiscrezioni e dalle notizie che circolano in queste ore, anche il Governo sembrerebbe orientato a porre rimedio alla "discriminazione" perpetrata a danno dei professionisti, così infatti ha dichiarato la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi "Ovviamente ci sono diversi punti che possono essere integrati, o migliorati e in questo l'aiuto e il confronto con i professionisti è fondamentale. Come ad esempio il tema dell'esclusione dei professionisti stessi da misure a fondo perduto, che auspico possa essere corretto dal Parlamento in sede di conversione del decreto in legge".

Ci auspichiamo che le parole della sottosegretaria abbiamo un seguito e al più presto possa essere modificato il esito del Decreto Rilancio, magari con una norma ad hoc inserita in uno dei prossimi decreti legge che il Governo ha in programma di emanare e senza così attendere i tempi della conversione.

 

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