Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che modifica l'articolo 6 del D.P.R. n. 1074/1965, ridefinendo le norme finanziarie legate allo Statuto speciale della Regione Siciliana. Con la nuova normativa, la Regione potrà intervenire sulle aliquote dei tributi erariali, nei limiti stabiliti a livello nazionale, e introdurre esenzioni, detrazioni e deduzioni fiscali finalizzate allo sviluppo economico e alla coesione sociale.
Per l'economia siciliana si intravede una nuova alba che apre le porte a una rivoluzione fiscale sull'isola. Approvato il 14 luglio 2025, il provvedimento consente alla Regione Siciliana anche di attribuire incentivi e contributi in convenzione con l'Agenzia delle Entrate, nel rispetto delle norme europee sugli aiuti di Stato.
La misura si inserisce nel quadro dell'accordo siglato il 16 dicembre 2021 tra Governo e Regione Siciliana, con l'ambizione di rendere il territorio più attrattivo per investitori italiani ed esteri e punta a invertire la rotta dello spopolamento e ad attrarre investimenti privati, sfruttando le potenzialità di uno dei territori più suggestivi e contraddittori d'Italia.
Si è pensato di replicare altre esperienze simili a livello europeo; su tutte, il Portogallo che, nel pieno della crisi del 2009, mise in campo uno schema simile, offrendo agevolazioni scali a pensionati e lavoratori stranieri attraendo quasi 90mila persone in 15 anni.
Ora gli occhi si spostano sulla Sicilia. Il decreto – promosso dal governo Meloni su iniziativa del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli – dovrà essere firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A quel punto, spetterà alla Regione Siciliana approvare le norme attuative per definire le condizioni e l'entità delle agevolazioni.
Per il momento, quindi, non è ancora noto in quale misura e su quali tributi verranno applicati gli sconti fiscali, né se l'iniziativa potrà replicare il successo del modello portoghese.
Quel che è certo è che, per chi sogna una pensione al sole o un'azienda meridionale, la Sicilia potrebbe presto diventare una meta fiscalmente interessante, con vantaggi non solo climatici e culturali, ma anche economici.
Un banco di prova per la tanto criticata "autonomia differenziata", che in questo caso si traduce in autonomia fiscale; un banco di prova pure per la politica isolana chiamata a riempire di contenuti seri il contenitore fornito del governo nazionale. Sullo sfondo un obiettivo ambizioso: trasformare l'isola da terra di partenze a nuova meta di arrivi.
Meditate contribuenti, meditate.