"Autonomia differenziata. Dal no della Corte a una riscrittura secondo Costituzione".
Scrivere non è mai un gesto neutro. È un atto che nasce da una ferita e da un'urgenza, ma anche da una grande speranza.
Scrivo ancora, come ho fatto nel mio precedente libro "Autonomia differenziata: come la destra ha spaccato l'Italia", perché non posso e non voglio restare in silenzio di fronte all'attacco ai principi della Costituzione.
Ma scrivo anche per costruire. Perché credo che si possa – e si debba – dire dei no forti, ma saper proporre alternative altrettanto forti. Nel rispetto per la Costituzione, senza arretrare di un solo millimetro.
Scrivo ancora, come ho fatto nel mio precedente libro "Autonomia differenziata: come la destra ha spaccato l'Italia", perché non posso e non voglio restare in silenzio di fronte all'attacco ai principi della Costituzione.
Ma scrivo anche per costruire. Perché credo che si possa – e si debba – dire dei no forti, ma saper proporre alternative altrettanto forti. Nel rispetto per la Costituzione, senza arretrare di un solo millimetro.
La legge Calderoli sull'Autonomia Differenziata - la legge Spacca Italia che umiliava il Sud e i territori poveri del Paese - è stata demolita dalla Consulta, come avevo previsto nel mio primo libro. Ma ciò che forse non sapete, è che Calderoli ci sta riprovando, come se nulla fosse stato. E stavolta non mi sono limitato a criticare: ho provato a scriverla io una legge, e l'ho fatto. Una legge vera. Una legge di autonomia differenziata che rispetta però questa Costituzione, i diritti, la coesione, la dignità del Sud e l'unità del Paese. E che in questo modo, come ha affermato la Corte Costituzionale, può essere anche un'opportunità, in alcuni e limitati casi. È la mia sfida, innanzitutto culturale. Un'altra cosa si può fare, è possibile, in attesa, almeno, di riformare tutto il Titolo V della Costituzione.
Questa legge, che intende contribuire a delineare un'alternativa allo schema Calderoli, è ora sul tavolo, a disposizione di tutti. È solo un contributo, non ho mai pensato di avere la verità in tasca, e sento anzi il bisogno di dire grazie.
Grazie a quel popolo referendario che ha detto no prima ancora della Corte, in nome di un'Italia che non si lascia spezzare.
Grazie a chi ha sostenuto il mio primo libro, aiutandolo a diventare uno strumento di consapevolezza collettiva.
Grazie a quei politici, sindacalisti, intellettuali – che con la loro presenza e con i loro interventi alle molte presentazioni di quel mio primo libro sull'argomento, e con il loro impegno civile e istituzionale, mi hanno convinto a scrivere anche questo appena uscito giocandomi tutti i momenti liberi, spesso anche di notte. Ma quando ci si impegna per il Paese e per i più deboli, la fatica non la senti neppure. E puoi decidere pure, come ho fatto io, di rinunciare ad ogni compenso d'autore, per favorire una maggiore diffusione dell'opera.
Questo nuovo libro, anche se di 400 pagine, è un piccolo contributo, senza pretese, per chi vuole capire, discutere, confrontarsi.
Per chi cerca una proposta democratica e inclusiva, che unisca efficienza e giustizia, Nord e Sud, autonomie e solidarietà.
Per chi non si arrende all'idea che il diritto venga usato come una clava politica, e la Costituzione come un ostacolo da aggirare.
Lo troverete tra pochissimi giorni in tutte le librerie online (la commercializzazione è appena iniziata) e in quelle "fisiche" presso le quali potrete pure ordinarlo.
Condividetelo, se potete. Leggetelo, se vi va.
E soprattutto, parlatene, e se avete suggerimenti o anche critiche scrivetemi, e se vi va di presentarlo nelle vostre Città ditemelo, perchè nei limiti del possibile, per difendere la Costituzione sono disponibile, come per il primo libro. Perché nessuna Costituzione si difende da sola. E perché una Repubblica una e indivisibile non è un dato, ma una scelta da rinnovare ogni giorno.
Con passione. Con umiltà. Con coraggio.