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Il cardinale Carlo Maria Martini, (1927-2012), indimenticabile "gesuita e biblista" di fama internazionale, scomparso il 31 agosto 2012, arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002 ha lasciato il segno nell'immaginario collettivo, non solo lombardo, non solo italiano, ma internazionale.

E non solo per la sua sapienza religiosa. Ma umana e sociale.

E proprio alcune settimane dopo la sua scomparsa, veniva pubblicato dalle edizioni "Piemme" un agevolissimo libro, "Qualcosa in cui credere. Ritrovare la fiducia e superare l'angoscia del tempo presente", in cui affrontava le numerose problematiche, e non erano, e non sono poche che soffocano la nostra società. Ma anche l'imbarbarimento dei rapporti sociali: "In un mondo che ha rifiutato ogni valore e ideologia, un mondo che ha proclamato la morte di Dio, c'è ancora un nome capace di interpellare le coscienze e di annunciare la possibilità di un altro futuro: quello di Gesù di Nazaret. Grazie alla sua profonda conoscenza del testo biblico, il cardinal Martini ci riporta alle parole di Cristo nei vangeli per ritrovare la fiducia nella vita quotidiana e orientarsi nello smarrimento del nostro tempo", come possiamo leggere nel "quarto" di copertina.

Il cardinale Martini, durante la sua esistenza, ha avuto innumerevoli occasioni in cui si è confrontato con i diversi problemi, di varia e diversa natura; la quotidianità fatta di sofferenze e di disperazione di intere generazioni che, giorno dopo giorno, finivano per creare quel "muro dell'angoscia" che poneva differenti domanda e alle quali con la sua sapienza, con la sua fiducia nei Vangeli, cercava quelle risposte che gli permettessero di andare "Oltre" tutto quello che rappresentava la "negatività".

E riflettendo, poco prima di morire, sulle pagine di questo libro scrive: "Risalta da queste pagine per contrasto il significato e la solidità della fede cristiana. La fede è un affidarsi a Dio che vince l'angoscia: non è un bagaglio di nozioni che esige un faticoso indottrinamento, è il bene più grande e liberante per l'uomo". 

 Carlo Maria Martini, da grande biblista, dimostra una sensibilità straordinaria nel far ricorso ai Vangeli, alle dotte citazioni, agli esempi di vita vissuta per trovare risposte certe, e virtuose, alle domande degli interlocutori. Fossero intellettuali, credenti, agnostici o semplicemente gente comune.

Sono rimasti, in maniera indelebile nella memoria collettiva dei milanesi i suoi incontri settimanali "aperti" alle persone di buona volontà. Al di là di ogni ceto sociale.

Ed è proprio in uno di questi incontri settimanali che affronta tutte le problematiche per spiegare "Che cos'è il muro dell'angoscia".

"Muro è qualcosa che chiude, che impedisce, che non lascia passare i contatti tra le persone, gli sguardi, le voci. Muro, insomma, è qualcosa che ci separa e ci divide. Ci divide, per esempio, l'angoscia. E l'angoscia, la paura, ha eretto nella città tanti muri, chiavistelli, serrature, catenacci! Muro è ogni forma di egoismo, di ripiegamento su di sé: ciascuno pensa soltanto a se stesso e la comunicazione diventa impossibile; crediamo di parlarci, ma non ci intendiamo, non ci ascoltiamo. Lo scopo di questi nostri incontri è di farci sfondare le mura, di vincere il muro dell'angoscia e della solitudine, di aiutarci non soltanto a parlare e ad ascoltare, bensì a compiere un vero cammino verso l'autenticità. È un cammino che esige la lotta, lo sforzo di uscire dall'egoismo e dalla chiusura e, volendolo fare insieme, ci lasciamo guidare dal brano evangelico che narra l'incontro di Gesù con la samaritana".

Bisogna tener presente, e non bisogna dimenticare, che il primo decennio di questo nostro incerto secolo e millennio, è stato caratterizzato da una serie di eventi che hanno scosso, e non solo in Italia, quella fiducia, quelle certezze quella tranquillità che hanno messo a soqquadro le nostre stesse esistenze. 

Dal 2007 al 2008 una colossale truffa ha scosso in maniera stravolgendo il mondo finanziario mondiale. Toccando, soprattutto le fasce deboli della popolazione.

Quelle persone che avevano affidato alle banche i propri risparmi si sono trovate letteralmente sul lastrico. Si è scoperto che erano stati "consigliati" investimenti che alla fine si sono rivelati "carta straccia".

E' crollata la fiducia, non solo nel sistema bancario, ma in tutti i gangli vitali che regolano la vita sociale di ogni Paese.

La "confusione e l'incertezza" hanno avuto gioco facile nella perdita di ogni e qualsiasi credibilità.

Confusione e incertezza che ha finito per toccare anche la chiesa.

E tutto ciò che è successo dopo, è cronaca! E sotto gli occhi di tutti!

Sono entrati in crisi tutti i valori che, nel bene come nel male, hanno retto, e reggano con mille difficoltà, i presupposti del vivere civile.

Il cardinal Martini ha dimostrato, nonostante anche le difficoltà della Chiesa, che i Vangeli possono aiutarci a capire, a riflettere, ad essere ponderati nelle nostre scelte, di non cadere nei facili tranelli dei "facilitatori nostrani".

I laici abbiamo la Costituzione, tirata in ballo ad ogni piè sospinto, a parole, ma trascurata nella stessa misura in cui sembra avere tanti "estimatori", ma, in realtà, pochi lettori.

E' possibile vivere la Costituzione, carta fondamentale del vivere civile, come "Qualcosa in cui credere"?

E' augurabile, se non vogliamo morire in mano ai "pifferai" che ci blandiscono quotidianamente portandoci verso baratri sconosciuti.