Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Super Bonus 110% - La tempesta perfetta

Imagoeconomica_1401595

Il cosiddetto superbonus 110% è stato, per tutti gli attori coinvolti, un attraversamento del mare in tempesta, con la bussola rotta e senza che ancora si intraveda terra ferma; imprese, professionisti e contribuenti, loro malgrado, si sono ritrovati nel bel mezzo di una tempesta perfetta.

Le causi di tale disastro normativo sono da ricercarsi unicamente nel Legislatore, che ha continuamente cambiato le regole in corsa alle spalle degli attori del procedimento autorizzativo e dimenticando che nel comparto dell'edilizia esistono delle precise tempistiche che impongono una programmazione e un crono programma di respiro almeno annuale.

Nell'anno 2020 e 2021 – fino a novembre -, in piena applicazione della norma, le imprese hanno assunto personale, investito in immobili strumentali, acquistato scorte di materiali, studiato le norme fiscali, pianificato gli interventi; gli altri attori del bonus 110, i professionisti, di contro, hanno assunto o creato società con altri professionisti, studiato le nuove regole tecniche, investito in programmi, licenze software e nuove competenze; gli stessi contribuenti hanno cominciato a prendere confidenza della nuova agevolazione fiscale, verificato le possibilità di accesso alla detrazione e reperito sul mercato professionisti e imprese disponibili.

A maggio 2020, in piena espansione operativa del bonus 110%, a causa anche di una inappropriata campagna mediatica voluta dal Governo, è passato il messaggio che si potesse ristrutturare e/o ricostruire la propria abitazione senza l'esborso di un euro, del tutto gratuito. Da qui professionisti e imprese, sommersi di lavoro come non mai, si sono ritrovati a dover fronteggiare una massiccia richiesta del mercato, con l'utilizzo indiscriminato dello sconto in fattura e i contribuenti hanno spesso lasciato carta bianca ai loro consulenti non preoccupandosi della qualità, dell'efficacia e dell'effettiva utilità dei lavori.

Nella fase iniziale il meccanismo ha funzionato perfettamente perché ad ogni lavoro realizzato e fatturato con sconto, corrispondeva una conseguente cessione a Poste Italiane, Cassa depositi e prestiti o ad un istituto bancario, che acquistavano crediti edilizi senza particolari difficoltà e in alcuni casi con colpevole assenza di qualsiasi controllo.

Fine 2021 inizio 2022 l'inizio della tempesta perfetta ancora in corso: il Governo Draghi decide di intervenire progressivamente sul meccanismo di cessione dei crediti, limitando le possibilità di scambio, con la conseguenza che Poste ha sospeso gli acquisti di crediti indiretti, Cassa Depositi e Prestiti l'ha bloccata e le Banche hanno avviato controlli sempre più pressanti, dilatato i tempi delle pratiche e ridotto il plafond disponibile per l'acquisto dei crediti edilizi.

Solo per dare una idea ai contribuenti più distratti, nei primi cinque mesi del 2022 l'impianto normativo "superbonus e cessione del credito" ha registrato i seguenti provvedimenti di modifica:

  • -Decreto-Legge 27 gennaio 2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2022, n. 25;
  • -Decreto-Legge 25 febbraio 2022, n.13 (Decreto Frodi) abrogato dalla Legge di conversione del Decreto Sostegni-ter;
  • -Decreto-Legge 1 marzo 2022, n. 17 (Decreto Bollette) convertito con modificazioni dalla Legge 27 aprile 2022, n. 34 (modifiche arrivate dopo la conversione in legge);
  • -Decreto-Legge 21 marzo 2022, n. 21 (Decreto energia) convertito con modificazioni dalla Legge 20 maggio 2022, n. 51 (modifiche arrivate dopo la conversione in legge);
  • -Decreto-Legge 30 aprile 2022, n. 36 (Decreto PNRR 2), convertito con modificazioni dalla Legge 29 giugno 2022, n. 79 (modifiche arrivate dopo la conversione in legge);
  • -Decreto Legge 17 maggio 2022, n. 50 (Decreto Aiuti), convertito con modificazioni dalla Legge 15 luglio 2022, n. 91.


A seguito di queste continue e inopportune modifiche il meccanismo di cessione si è inceppato proprio a causa dell'ultimo ingranaggio che avrebbe dovuto farlo funzionare; dunque i contribuenti hanno continuato a richiedere interventi, professionisti e imprese hanno continuato a proporsi con la formula dello sconto in fattura ma con il piccolo particolare che le possibilità di successiva cessione si sono progressivamente ridotte fino ad annullarsi, lasciando gli operatori nel bel mezzo di una tempesta perfetta.

La recentissima conversione il Legge del Decreto 21 giugno 2022, n. 73, il cosiddetto - Decreto Semplificazioni - riuscirà a sbloccare il mercato? In realtà rispondere a questa domanda non è per nulla semplice perché oltre a considerazioni di natura economica, quello della cessione dei crediti edilizi è un mercato fortemente influenzato da quest'aria viziata che si è venuta a creare da settembre 2021.

Dopo il Decreto Legge n. 77/2021Decreto Semplificazioni-bis -, il mercato dei crediti edilizi ha cominciato ad avvitarsi a causa soprattutto delle continue dichiarazioni su: frodi fiscali; costo degli interventi; sostenibilità economica della misura. Dichiarazioni che hanno compromesso la fiducia dei principali attori coinvolti: le Banche. In un suo recente intervento, il Presidente dell'ABI ha infatti parlato dell'instabilità del quadro normativo che, unita al massiccio ricorso al meccanismo della cessione del credito da parte del mercato composto da famiglie e imprese, hanno generato una miscela esplosiva, con problemi enormi per le banche di sostenibilità di tali operazioni in termini di capienza fiscale. Secondo il Presidente di ABI, la principale causa dello stop all'acquisto dei crediti edilizi da parte della Banche è da ricercare nella continua sovrapposizione normativa che non giova ad un mercato dove certezza e stabilità sono alla base di qualsiasi investimento.

Proprio per questo motivo, ritengo che difficilmente si potranno apprezzare stravolgimenti nel breve periodo; a mio parere gli istituti di credito vorranno attendere la nascita del nuovo Governo per capire se e come la cessione dei crediti edilizi sarà presente nella nuova agenda politica. In questo clima tempestoso, Governo e Parlamento non possono trascurare il dramma sociale e umano delle decine di migliaia di imprese e professionisti sempre più a rischio tracollo; sarebbe opportuno che lo Stato si prenda carico di un problema da lui stesso creato e, dopo aver avviato i necessari controlli, consenta la cessione dei crediti bloccati sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate.

Proposta: nessuno osserva che un mercato alternativo e parallelo dei crediti potrebbe, ad esempio, essere gestito dagli intermediari fiscali, quali commercialisti, consulenti del lavoro, revisori, tributaristi. Questi infatti, nei loro studi, seguono aziende del settore edilizio bisognose di cedere crediti e altre, di qualsiasi settore, che hanno cassa e gettito fiscale sufficienti per comprarli e utilizzarli, potendo così fare in modo che domanda e offerta si incontrino e che quei crediti possano circolare.

Solo dopo aver risolto il problema si potrà parlare di modifiche, proroghe, stop ad una misura fiscale e ad un meccanismo di utilizzo dei crediti che, criticità a parte, ha consentito davvero un rilancio dell'economia.

Meditate contribuenti, meditate.

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

L'incompatibilità dell'iscrizione dell'avvocato ad...
Cassa forense e la convenzione per soluzioni di co...

Forse potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca nel sito