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Padre immaturo? L’affidamento del minore tocca al genitore più responsabile.

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 Separazione e divorzio. In tal caso, regola generale privilegiata dal nostro ordinamento in ossequio al diritto dovere di entrambi i genitori di crescere i propri figli e del diritto di questi ultimi di mantenere i rapporti sia con la mamma che con il papà, è quella che prevede che i figli siano affidati congiuntamente ad entrambi.

In alcuni casi eccezionali, tuttavia, è possibile disporre l'affidamento esclusivo, purché ciò risponda all'interesse morale e materiale della prole.

Di recente è accaduto che, a seguito del divorzio, la figlia minore viene collocata dalla madre, a causa delle dipendenze del marito ed al padre viene consentito di vederla solo nel corso di incontri protetti.

L'uomo si oppone a queste decisioni, ma la Corte, dopo una nuova consulenza tecnica d'ufficio, respinge l'appello dell'uomo perché lo stesso si è reso responsabile della pubblicazione di un tema della figlia su un noto social, facebook, facendo inoltre ascoltare ad estranei un dialogo molto intimo avuto con la figlia.

Nel corso del procedimento, l'uomo tenta di limitare la responsabilità genitoriale della ex moglie nei confronti della figlia adducendo ragioni pretestuose e irrilevanti, che vengono respinte, perché già valutate durante il procedimento di divorzio, durante il quale al contrario, era stata riconosciuta la piena capacità e responsabilità genitoriale della madre.

Nel ricorso in Cassazione l'uomo contesta la decisione anche sollevando un'ulteriore questione legata all'incapacità dei nonni materni della minore, giudicati incapaci di prendersi cura della bambina ed altre questioni ancora di natura procedurale.

 La Cassazione risponde giudicando infondati e inammissibili i motivi del ricorso, evidenziando in primis che, la Corte d'Appello nel rigettare il ricorso, ha concluso per l'affidamento esclusivo della minore alla madre, in quanto unico soggetto idoneo a svolgere il suo ruolo, capace di interagire con i bisogni reali della figlia, profondamente segnata dalle problematiche caratteriali del padre, che le fanno provare forti sensi di colpa.

Infondato, inoltre, il motivo con il quale il padre lamenta il mancato ascolto della minore ultradodicenne.

Difatti, durante la consulenza tecnica erano stati riscontrati nella minore, problemi nella narrazione dei fatti che la vedono coinvolta nel conflitto genitoriale.

Tutto ciò causa nella bambina uno stato di profonda tristezza ed è motivo di grande dolore.

Pertanto, è stato ritenuto inopportuno procedere ad un nuovo ascolto della bambina in quanto ciò avrebbe causato in lei una maggiore consapevolezza del comportamento del padre nei confronti della madre, con cui è in perenne conflitto.

Secondo quanto rilevato, un nuovo ascolto, avrebbe fatto rivivere ancora il disagio e la frustrazione per quel conflitto perenne che genera in lei un sentimento di colpa nei confronti della madre per le denunce continue del padre alla donna, che preoccupano la minore, come confessato dalla stessa al consulente.

La Cassazione condivide le decisioni prese in sede di merito di affidare in via esclusiva la figlia minore alla madre, risultando il genitore idonea a crescerla, al confronto con il padre, immaturo e conflittuale, che dimostra scarsa sensibilità verso la minore inducendo nella stessa continui sensi di colpa.

Queste le conclusioni contenute nell'ordinanza di Cassazione n. 32876/2022. 

 Occorre sottolineare, inoltre, che non è la prima volta che i tribunali e la Cassazione si pronunciano sul concetto di "immaturità" di un genitore. Ed allora, quando si può affermare che un genitore è immaturo?

La legge ritiene che se ricorrono gravi motivi tali da ritenere un genitore inadeguato al ruolo è possibile chiedere l'affidamento esclusivo.

Si pensi al caso di un genitore che non riesce a prendere decisioni in modo autonomo, che utilizzi i mezzi che ha non per le necessità della famiglia ma per le proprie personali.

Indipendentemente dalle cause, l'unica motivazione che di fatto, può portare un giudice a decidere per l'affidamento esclusivo, è l'interesse del minore, la necessità e l'obbligo giuridico di garantire allo stesso uno sviluppo psico-fisico sano.

Si pensi ad esempio alla sentenza della Suprema Corte n. 18559/2016, che stabilì l'affidamento esclusivo alla madre a causa dell'immaturità del padre.

Si legge nella sentenza che, l'interesse superiore del minore al quale occorre dare preminenza, non consiste solo nel diritto alla bigenitorialità, ma esso deve essere valutato anche in funzione del soddisfacimento delle oggettive, fondamentali e imprescindibili esigenze di cura, mantenimento, educazione, istruzione, assistenza morale e della sana ed equilibrata crescita psicologica, morale e materiale del minore.

Tali esigenze non sono soddisfatte quando c'è "scarso rilievo attribuito ai profili del mantenimento e della irregolarità e non assiduità delle frequentazioni paterne" e quando il figlio viene ripetutamente coinvolto nella conflittualità tra i genitori.

Da qui, la Corte di Cassazione stabilisce che il minore finisca, per forza, affidato a chi dei due genitori si dimostra nei suoi confronti più maturo e responsabile.

 

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