rizzo

 Parlare di Mario Gori, questo straordinario poeta niscemese, il più delle volte, lo si presenta come il Poeta. E Mario Gori è un grande Poeta.

Ma ciò, il più delle volte, ci fa perdere di vista tutto il resto, tutto ciò che Mario Gori ha realizzato nella sua vita. Ed è sufficiente sfogliare la sua produzione creativa per rendersi conto che Mario è anche, non voglio dire, soprattutto per amor del cielo, ma anche: scrittore, giornalista, operatore culturale. Grande operatore culturale. Ed è per questo che abbiamo pensato di presentare sommariamente, perché un articolo ha problemi di spazio da rispettare, il Mario Gori e le sue Riviste.

Quando Gori frequentava il liceo Secusio di Caltagirone aveva messo in piedi una rivista, stampata con il ciclostile, "Il Maroglio", me ne ha dato conferma Francesco Miceli, poeta e sodale di Mario, ma non esistono copie.

"La Soffitta" Prima edizione: 1957-1959; Seconda edizione:1961-1962.

"Il Banditore sud" gennaio 1961-dicembre 1961.

"Sciara" marzo 1965-novembre 1965).

Sicuramente la più nota è "La Soffitta", condirettore Ugo Reale, poeta e grande amico di Mario. Si erano conosciuti in uno dei tanti Convegni sulla Poesia.

"Il Banditore Sud", condirettore Salvatore Cammilleri, poeta dialettale e animatore, assieme a Mario Gori, del Gruppo catanese "Il trinacrismo", che grande interesse suscitò nell'immediato dopo guerra.

Mentre "Sciara" aveva come condirettore l'avvocato catanese di fama nazionale, il prof. Enzo Trantino. E stato parlamentare e ministro.

Il brevissimo tempo a disposizione di un articolo non ci permette di soffermarci sulla quantità e, soprattutto, sulla qualità delle firme che hanno onorato le esperienze che Mario Gori ha maturato con le sue riviste.

 Le riviste:

Sulle riviste, "La Soffitta", "Il Banditore del Sud" e "Sciara" non esistono studi e ricerche di uno spessore tale da mettere in luce, e che luce, le capacità di operatore culturale di Mario Gori. Salvatore Di Marco, in un Convegno del 1995, organizzato dall'Amministrazione Comunale del sindaco Salvatore Liardo, ha analizzato con puntualità la rivista "Sciara" e non ha esitato a sostenere la necessità di una ricerca approfondita su queste iniziative di operatore culturale di un Mario Gori attento, eternamente in fibrillazione per qualsiasi lavoro che lo conducesse alla comunicazione letteraria, in lingua o in dialetto.

"Bisognerà un giorno, sulle intere collezioni di quelle riviste, avviare un discorso critico specifico, un'accurata indagine, predisponendo anche il lavoro per un'antologia che riunisca per un verso tutti quegli scritti non ristampati di Mario Gori ivi pubblicati, e per altro verso le pagine più significative nei suoi tanti qualificati collaboratori. Chi lo farà avrà reso un prezioso servizio sia alla cultura siciliana che alla migliore comprensione dell'opera di promozione letteraria di Mario Gori e del suo impegno intellettuale e artistico".

Alla "Soffitta" collaborarono e diedero la loro adesione le più illustri firme della cultura e del giornalismo italiani: Salvatore Quasimodo, Cesare Zavattini, Isa Miranda, Leonardo Sciascia, Bernardo Bertolucci, Alfonso Gatto, Alberto Bevilacqua, Renata Giambene, Paolo Grassi, Mario Petruccioni, Giuseppe Ravegnani, Giorgio Culatelli, Giacomo Etna intellettuale niscemese sul quale è stato steso il velo delle dimenticanze, Piero Chiara e altri ancora.

Possiamo leggere nell'Editoriale della presentazione del primo numero, gennaio 1961: "… ma il nostro sforzo é rivolto a dare un quadro quanto più completo ed esatto della situazione delle lettere e delle arti di oggi e ci rivolgiamo esclusivamente all'intelligenza e all'onestà degli intelligenti e degli onesti. I compromessi e gli accomodamenti, le camorre e le faziosità non troveranno posto tra queste pagine che non perderanno la fierezza degli ardori e degli entusiasmi di questo primo mattino. Banditori di varia umanità, vogliamo aprire una finestra sul panorama più ricco e più nobile del mondo: la letteratura e l'arte. Perché abbiamo ancora fede nella poesia. Perché abbiamo ancora nel cuore l'uomo".

La terza rivista, "Sciara", nasce nel mese di marzo 1965, e che altro non era se non il messaggio di sicilianiper tutti coloro che amano la Sicilia. Essa prendeva il nome " da un simbolo di perennità, la sciara etnea, arida in sé, ma capace di donare alla vita nelle sue prodigiose trasformazioni un fiore di bellezza e un sussurro di poesia".

A "Sciara" collaborarono con articoli e rubriche di una levatura culturale, il filosofo Fortunato Pasqualino, il poeta Ignazio Buttitta, Santi Correnti, il glottologo Giorgio Piccitto, Francesco Granata, Francesco De Felice, Giuseppe Zagarrio, Mario Farinella, Bonaventura Tecchi.

Lo scorso cinque dicembre si è cercato di ricordare il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Eravamo in piena pandemìae si è cercato di organizzare un ricordo concesso dalla ristrettezza della situazione.

Ci sono state iniziative "in remoto". Una del Liceo "Leonardo Da Vinci" e l'altra del Lions Club di Niscemi con la partecipazione dell'Amministrazione comunale.

Di necessità si è fatta virtù.

Serbiamo la speranza che, quando si attenuerà, meglio se scomparisse, il flagello di questa pantemìa, centotrentotto mila morti in Italia e quasi tre milioni in tutto il mondo, qualcuno si faccia carico di organizzare degnamente e con l'importanza che merita la rivisitazione di questo nostro straordinario figlio di Niscemi.