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La tecnologia sta letteralmente creando il mondo in cui viviamo e anche chi governa non può che stare a guardare. Ma non possono limitarsi a questo. Sopravvivere in un futuro sempre più tecnocratico dipende da quanto tecnologici e policy maker lavoreranno insieme.

Tecnologi e governanti, infatti, per molto tempo hanno vissuto in mondi separati. Oggi, ormai la tecnologia è intrecciata pesantemente con le politiche necessarie al governo di una nazione o di una comunità. 

In particolare, stiamo progressivamente costruendo dei complessi sistemi sociotecnici a tutti i livello del mondo in cui viviamo. Anche il sistema politico è governato dalla tecnologia, e non si può più separare tecnologia e politica.

I software, come ad esempio AI e Big Data, stanno modificando e incanalando comportamenti con un'efficienza che nessuna legge può raggiungere, e oltretutto senza leggi adeguate a contenerli.Prendiamo proprio l'esempio dell'intelligenza artificiale per chiarire il concetto.

Questa tecnologia ha la possibilità di aumentare le capacità decisionali degli esseri umani, rimpiazzando dei processi soggettivi rendendoli meno soggettivi, più consistenti in casi ripetuti.

Ma ha anche il potenziale di aggiungere bis comportamentali e addirittura codificare l'iniquità, o di lavorare in modalità che non sono spiegabili o desiderabili. L'AI può essere hackerata con nuove modalità, permettendo agli attaccanti – dai criminali agli Stati nazionali – di trovare nuovi modi di bloccare un sistema o creare danno all'attaccato.I Governi devono redigere regolamenti che ne traccino i limiti, in un ecosistema che è un'industria completamente guidata dal mercato. E'necessaria una profonda comprensione sia degli strumenti di governo disponibili nelle società moderne, che della tecnologia dell'AI.

Ma l'Ai è solo una delle diverse tecnologie che hanno bisogno di supervisione regolatoria. Abbiamo anche bisogno di gestire il crescente numero di vulnerabilità associate alla cybersecurity che riguardano le infrastrutture critiche degli Stati.

Abbiamo bisogno di capire il ruolo dei social media nel disseminare contenuti che dividono le persone o le influenzano politicamente, in modo da capire se è necessario intervenire e come per mitigare le conseguenze. Abbiamo bisogno di regolamenti che controllino l'evolversi di tecnologie come quelle associate alla bioingegneria, come la possibilità di modificare il genoma o la biologia sintetica, in modo da evitare problemi per il proseguo della nostra specie o danni al pianeta.

Grazie alle nuove tecnologie, le comunicazioni in tutti i campi sono diventate più efficienti e decisamente più semplici. Questo discorso andrebbe applicato anche alla politica, così da poter comprendere meglio l'influenza delle tecnologie online sul comportamento politico e sul processo decisionale.