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Era il 43' minuto di Danimarca-Finlandia, partita valida per un posto tra le prime all'europeo di calcio disputatosi la scorsa estate. Una partita passata alla storia per le immagini, terribili, che vedono il giocatore ex-inter, Christian Eriksen, percorrere la linea di bordo campo e accasciarsi improvvisamente al suolo. Il giocatore alle prese con un arresto cardiaco è immobile, fatica a riprendersi, mentre i compagni lo accerchiano per impedire alle telecamere di immortalare quei momenti tragici che sospendono il tempo, e la partita. Undici minuti di massaggio cardiaco, poi l'uso del defibrillatore. Il capitano, Simon Kjaer, per primo a soccorrere il compagno, allerta i medici, presta soccorso come può, parla con la moglie e cerca di tranquillizzare i compagni di squadra. Alla fine, Eriksen esce dal campo, è cosciente quando arriva all'ospedale di Copenaghen, chiederà ai compagni di continuare a disputare l'incontro per lui.

Seguono settimane di diagnosi, colloqui, dichiarazioni dei vari dirigenti sportivi e procuratori, Eriksen è vivo ma la sua vita calcistica rimane sospesa, il ritorno al campo più lontano che mai. Le scarpette del trequartista, che era riuscito a riprendersi l'Inter superando le perplessità e gli schemi di gioco di Antonio Conte, appese al chiodo. Il mondo del calcio si stringe attorno al giocatore, sottoposto a intervento chirurgico per l'impianto di un defibrillatore.

Dopo mesi Eriksen rescinde il contratto con l'Inter, perché il campionato italiano non permette di stipulare contratti a giocatori ai quali è stato impiantato un Icd. Ma la Premier League è diversa, riporta Eriksen a casa, non più al Tottenham, la squadra che lo ha visto crescere e diventare un campione, ma al Brentford. Il danese firma un contratto di sei mesi l'ultimo giorno di mercato, sostiene il progetto del club tornato in massima divisione nel 2021 e in lotta per restarci. La voglia di giocare è tanta, ancor di più quella di ritornare al goal per sfatare l'incubo Euro2020.

259 giorni dopo l'arresto cardiaco, Eriksen torna in campo, contro il Newcastle. Subentra al minuto 52, viene salutato da tutto lo stadio con una standing ovation. È impegnato in tre partite disputate dal Brentford, per lui nessun goal o assist e pochi minuti concessi. 

Il ritorno al goal passa però dalla nazionale che convoca Eriksen per un amichevole contro l'Olanda, nella Crujiff arena di Amsterdam. Il giocatore torna a vestire la maglia danese e il numero dieci, subentra al posto di Lindstrom quando gli Orange stanno sopra di tre goal a uno. Eriksen raccoglie un assist di Skov Olsen e segna subito il 3-2 con un destro imparabile sotto la traversa che batte Flekken. I compagni lo abbracciano, il pubblico applaude, e poco importa se si è trattato di un'amichevole, rivedere Eriksen in campo è una vittoria per lo sport e per il calcio.

Adesso il sogno, partecipare al Mondiale in Qatar di quest'anno, che non vedrà partecipe l'Italia, protagonista di Euro2020, ma ci regalerà forse un'altra emozione, vedere in campo il danese con tutta la sua grinta, classe e forza d'animo: "ora si è tornati a parlare del calciatore, più che dell'uomo che è stato assente per qualche minuto dell'Europeo".