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 Ieri, venerdì 3 dicembre, è stata la Giornata Mondiale della Disabilità. Una tradizione che si rinnova, puntualmente, ogni anno che ha molti obiettivi da raggiungere. Ma uno dei principali è quello di promuovere in tutti i Paesi che fanno parte delle Nazioni Unite "l'uguaglianza per le persone con disabilità in tutti i settori della società" e "di promuovere i diritti dei disabili e proteggere il benessere delle persone con disabilità".

Una giornata di cui si parla da diversi decenni, ma che solo nel 1992 l'ONU si decide a promuovere la giornata della disabilità.

Stando ai dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, in tutto il mondo il 16 per cento delle persone hanno una qualche forma di disabilità. E non sempre ricevono dalle Nazioni interessate quegli aiuti necessari e una politica di inclusione sociale.

E' indubbio che si sono fatti dei progressi e sono molti i Paesi che hanno cominciato ad organizzarsi con politiche mirate alle problematiche della disabilità, già a partire delle scuole primarie. Ma è chiaro che molto resta da fare.

 E non sempre nei Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite i problemi vengono soddisfatti.

Sin dagli Anni Cinquanta del secolo, le persone con disabilità portano avanti le loro battaglie "… per un maggiore riconoscimento della disabilità come aspetto dell'identità, piuttosto che come caratteristica distintiva di una persona".

A questo punto vien da chiedersi: ma cosa c'entra la famosissima scrittrice Simonetta Agnello Hornby con la disabilità?

Ma chi è Simonetta Agnello Hornby? E' nata a Palermo nel 1945. Ma vive in Inghilterra.
Infatti dal 1972 risiede a Londra. Ha la doppia cittadinanza, italiana e britannica.
Si era laureata in giurisprudenza all'Università di Palermo prima di lasciare la Sicilia per l'Inghilterra, dove ha esercitato la professione di avvocato, a Brixton, dove ha aperto uno studio legale "Hornby&Levy", specializzato in diritto di famiglia e minori.

Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell'Università di Leicester, sempre in Inghilterra, e si è occupata, in prima persona dei diritti dei bambini e dei disabili in genere. 

Nell'abstract del libro possiamo leggere: "Amaro e drammatico, grottesco e comico, ironico e appassionato, sempre lucidissimo, 'Nati due volte' racconta il rapporto di un padre con il figlio disabile. Guidandolo attraverso gli scogli della vita, il padre apprende dal giovane l'arte di vivere non per essere «normali», ma per essere solo se stessi. Attorno ai due protagonisti si muove una folla di personaggi che incarnano le diverse reazioni di fronte all'handicap: l'impreparazione e il cinismo, l'imbarazzo e la stupidità, ma anche l'amore sconfinato e la solidarietà altruistica. Perché i bambini disabili nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è affidata all'amore e all'intelligenza degli altri".