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Il 10 ottobre 1962 si apriva il Concilio Vaticano II° voluto, tenacemente da quel santo uomo di papa Giovanni XXIII°.

Un Concilio che aveva creato moltissime speranze in quanti, e non erano pochi, avevano desiderato da tempo, da molto tempo, che la Chiesa cattolica finalmente procedesse a quel rinnovamento che avrebbe dovuto permettere una "ri-cristianizzazione" al suo interno dando voce e spazio alle comunità di base che erano fiorite molto tempo prima. Un rinnovamento che un Papa dello spessore di Giovanni XXIII° aveva saputo cogliere spargendo semi all'interno della "realtà ecclesiale" dedita alla gestione di un potere che rincorreva ed attuava da millenni.

Non è facile capire cosa sia rimasta di quella esperienza e quanti giovani, oggi, siano in grado di capire e di riflettere su una chiesa che oramai, e da tempo, ha affidato la sua immagine ai mezzi di comunicazione, alla presa mediatica di avvenimenti che sono stati proposti e riproposti con adunate mediatiche di fantasmagorici effetti.

"La Chiesa gerarchica e la Chiesa di Dio" è il titolo di un numero monografico di "MicroMega", pubblicato, in occasione del cinquantesimo anniversario nel mese di settembre 2011.

Un numero che raccoglieva una serie di interventi che ricostruiscono, non solo le speranze e le aspettative di quanti hanno creduto possibile il cambiamento, ma una ricostruzione fedele della realtà di una chiesa piena di fermenti evangelici e di una gerarchia che ne aveva dimenticato gli insegnamenti, le parabole, le parole che, oltre duemila anni fa, avevano infiammato intere popolazioni alla ricerca di speranze, di "libertà, uguaglianza efraternità", parafrasando le parole d'ordine di altre rivoluzioni a noi più vicine. 

Interessanti tutti i saggi, sia che raccontano il passato della chiesa, remoto e recente; sia quelli che ne prospettano il futuro.

Valerio Gigante, un insegnante di lettere al liceo e che cura un'agenzia di informazione politico-religiosa, Adista, delinea i contorni dell'"Altra Chiesa", quella dei movimenti conciliari che, pur non trovando spazi mediatici adeguati, contrariamente ai movimenti riconosciuti e consacrati dalle gerarchie ecclesiastiche e legati agli storici processi di affarismo, sono vivi e battaglieri come, più di prima. Una mappa interessante contenete tutti i siti mediatici, le riviste, il modo di operare e l'impegno per una chiesa che va riformata.

Scrive Gigante: <<Si tratta di una realtà "carsica", in alcuni periodi storici poco visibile, ma che nonostante la dura restaurazione imposta di Wojtyla e Ratzinger continua a esistere a incidere nel tessuto ecclesiale>>.

Alessandro Speciale, giornalista e collaboratore di quotidiani italiani e di agenzie internazionali, traccia la situazione ecclesiale all'estero, il dinamismo dei cattolici, soprattutto, nei paesi dell'America Latina e dei paesi "germanofoni", le critiche rivolte alle gerarchie vaticane, le iniziative per smuovere il radicamento e le incrostazioni dell'agire delle gerarchie vaticane.

Iniziative che, contrariamente al passato, cominciano a far breccia dalla Teoria della Liberazione, all'Iniziativa dei Parroci (la "Pfarrer-Initiative") del clero austriaco, all' "Appello alla disobbedienza" …! Iniziative che lambiscono parecchie paesi europei ed extraeuropei. Iniziative che affrontano i temi caldi, cosiddetti "non negoziabili" dal <<matrimonio alla sessualità, dal fine vita alle frontiere della scienza medica>>, passando dal ruolo della donna, del celibato "imposto" ai preti, alle condizioni dei divorziati, all'omofobia, ai rapporti con le altre religioni. Temi che ritornano all'interno dei saggi, delle interviste, delle Tavole rotonde di questa pubblicazione.

Poi arrivò il Papa "dalla fine del mondo". Francesco!

E le speranze ripresero il sopravvento sulle paure.

Il riferimento a questo numero di "Micromega" ha una sua ragione precipua. Aver toccato i problemi della Chiesa, la poca trasparenza, l'opacità di certi interventi di "peso" delle gerarchie romane nella politica italiana. 

Poi, il 13 marzo del 2013, arriva il Papa, "dalla fine del mondo": Jorge Mario Bergoglio, che prende il nome di Francesco.

Dal primo saluto, quando si affaccia dal balcone dopo l'elezione a Papa: "buona sera"! A tutte le decisioni posteriori: all'apertura alla società civile, il richiamo alle gerarchie vaticane sulle loro "scelte di vita" (famoso l'appartamento di mq.600 del cardinale Bertone) e le raccomandazioni ai cattolici della pratica di sentimenti di solidarietà nei confronti della fasce disagiate della popolazione.

Ma il Papa non si tira indietro nelle denunce ai "grandi della terra" sulle politiche nucleari, ambientali, migratorie, sullo sfruttamento di interi continenti, sulle povertà di milioni e milioni di poveri…!

Famoso il richiamo alle politiche del presidente degli Stati Uniti d'America Trump.

Ma nessuno avrebbe potuto immaginare il vero e proprio attacco da parte di una chiesa nostalgica di un passato di privilegi.

Così il 16 luglio 2017 arriva la denuncia di eresia, e le conseguenti dimissioni, nei confronti di Papa Francesco.

Nel febbraio del 2017, a Roma sono stati affissi dei manifesti con la foto di papa Francesco, convolto triste e malcelato e di tantissime sue pseudo "malefatte". A memoria della vaticanista Inés San Martín è "…la prima volta nella memoria di Roma che la città ha visto dei manifesti di tale portata che criticano le politiche intraprese da un papa".

Gli attacchi a papa Francesco non provengono solo dalla gerarchie della Chiesa, ma da un gruppo capeggiato dall'americano Steve Bannon, delle "democrazie illiberali" dei paesi sovranisti, di cui fa parte anche il segretario della Lega e ministro dell'interno del governo italiano.

Un bruttissimo segno dei tempi.