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Sigfrido Ranucci è il conduttore di Report.

Ieri, è stato costretto a denunciare, prima alla polizia e poi all'opinione pubblica un fatto di una gravità inaudita. Tre persone - la loro identità è ignota - lo hanno seguito e filmato, e continuano a farlo. Sigfrido non se n'era accorto, un suo collaboratore sì.

Sigfrido di coraggio ne ha da vendere, lo ha dimostrato e di certo non si lascerà intimidire, e ancor meno condizionare. Il problema, però, non è questo, ma chiedersi che cavolo di paese è quello in cui uno qualcuno ordina a qualcun altro di seguire come un'ombra uno tra i più noti giornalisti impegnati in una costante opera di denuncia del malaffare, di filmare i suoi incontri, di scannerizzare la sua vita; e che cosa dobbiamo ancora aspettarci.

 Per un altro verso, paradossalmente, possiamo però esser lieri che questo avvenga. Significa che Report sta facendo incazzare qualcuno, che sta colpendo santuari fino a pochi anni fa impenetrabili. Gli stessi che, in questo paese, si sono alimentati di dossieraggi e contiguità tra mondi grigi, fino a deviare servizi di intelligence.