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 Ottobre 2022, il sindacato Anief presenta al ministero dell'Istruzione richiesta di accesso al software che ha decretato le sedi scolastiche dove inserire i docenti.

Come mai? In conseguenza del fatto che molti insegnanti lamentarono di essere stati assegnati a sedi scolastiche lontane centinaia di chilometri da casa,  pur in presenza di posti liberi molto più vicini o assegnati a candidati con pochissimi punti,  penalizzando chi era in testa alle graduatorie-

Ed in più con molti docenti costretti a non accettare cattedre perchè troppo lontane dalla propria residenza e poi anche tagliati fuori dalle supplenze tramite Mad.

Cosa era successo?

Inizialmente il sindacato chiese e ricevette dal ministero la documentazione richiesta, ma,  dopo aver compreso che non era sufficiente a capire e venire a capo dell'accaduto, fece partire la richiesta di accesso al software. 

 Successivamente, la richiesta al giudice per avere spiegazioni su quelli che la rivista Wired ha definito come "una valanga di errori" ai danni dei precari della scuola.

All'interno del ricorso, il sindacato ha chiesto di avere accesso ai programmi informatici (software) utilizzati dal Ministero dell'Istruzione per la compilazione delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze, le cosiddette GPS, di cui all'Ordinanza Ministeriale n. 112/2022 nonché per il conferimento dei contratti a tempo determinato mediante scorrimento delle medesime GPS.

Il tribunale amministrativo ha dato ragione al sindacato.

Evidentemente l'obiettivo è cercare di capire quali i motivi che hanno prodotto a molti docenti e studenti danni tangibili , per esempio se si pensa a tutti coloro ai quali è stata negata la continuità didattica in particolare si  parla del sostegno agli alunni disabili.

 E' stato quindi chiesto prima l'accesso al software e poi non soddisfatti dalla risposta del Ministero è stato presentato il ricorso per comprendere cosa sia realmente accaduto nella gestione dell'algoritmo.

A fine febbraio la Sezione Terza Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha pronunciato la sua sentenza, accogliendo la tesi dei legali del sindacato, anche in virtù del rafforzamento del principio di trasparenza, operato col già richiamato d.lgs. n. 33 del 2013, in attuazione della delega contenuta nell'art. 1, comma 35, della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione).

Nello stesso articolo, al quindicesimo comma, la trasparenza dell'attività amministrativa è definita come uno dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili, anche con specifico riferimento, per quanto qui interessa (al comma 16), a concorsi e prove selettive per l'assunzione di personale, nonché alle progressioni in carriera.

Pertanto , il ricorso deve trovare accoglimento con obbligo dell'amministrazione di consentire l'accesso agli atti per consentire una piena tutela della posizione di parte ricorrente.